Scritto da anita51 il ottobre 30th, 2004 | 1 comment

Gli animali morti hanno cominciato a rompermi le palle


e a farmi vomitare con il loro odore


 


Oggi è stato l’ultimo giorno di lezione in aula di scienze.


Ho avuto due conati di vomito: uno per ogni volta che sono andata in bagno.


A dire il vero in bagno ci sono andata tre volte. Ma alla terza tornando in classe ho trattenuto il respiro.


Gli animali morti hanno cominciato a rompermi le palle, a farmi schifo.


A dire il vero non mi dispiacciono in quanto animali, anche se sono morti. Tanto sono fermi e hanno gli occhi di plastica, quindi posso facilmente pensare a loro come dei peluche molto realistici.


Il fatto è che puzzano di morto.


Mi vengono i conati se solo ci penso.


Le prime volte mi sembrava magnifico passare in mezzo ha tutti quegli uccellini e scoiattolini per andare in classe.


Ho imparato a conoscerli bene gli animali imbalsamanti dell’aula di scienze.


Oltre a una quantità enorme di uccelli e uccellini (piccioni, passeri, aquile, gufi, pappagallini e colibrì) ci sono altri grandi uccellacci polverosi con un bel cartellino giallo attaccato alla vetrina che recita “trampolieri”. Sono brutti perché eccessivamente grigi e polverosi.


Poi ci sono i mammiferi: tre scimmie, un lupo, scoiattoli, una faina, una specie di marmotta con in bocca un uccello (possibile? la  marmotta mi sembra un animale così pacifico), un piccolo cerbiattino tipo bambi e, questo è il pezzo forte, un formichiere.


Nella stessa vetrina, non si sa perché, c’è anche un serpente (perché i serpenti non sono mammiferi, vero?).


Dall’altra parte ci sono pesci (imbalsamati o direttamente di plastica?), vari anfibi sotto vetro e qualche animale tagliato a metà tra cui un piccione che orgogliosamente ti mostra le sue viscere (ieri in particolare me lo sono trovato davanti mentre addentavo la mia merenda).


 


Oggi abbiamo insistito con la profe di religione, così all’ultima ora siamo andati a chiamare la bidella del piano che, munita di chiavi, ci ha aperto le stanze dove sono conservati i reperti più interessanti dell’aula di scienze.


Nella prima stanza, che non era molto interessante, oltre a vari minerali e modellini di vulcani o roba del genere c’erano anche dei cartelloni gialli e logori con vari disegni del corpo umano (okay, quest’aula  faceva abbastanza pena).


La seconda invece… c’era un simpatico scheletro umano vero e qualche teschio e in basso a fare il bagno nella formalina c’era un cervello umano e poi in un’altra vetrina, sempre a sguazzare nella formalina, c’era la vera leggenda della scuola (e adesso so che non lo era): un feto. Un piccolo bambino bianco spiaccicato sul fondo del barattolo con gli occhietti chiusi e tutto rannicchiato su se stesso.


Sarà lì da un centinaio d’anni.


E sempre si deve sorbire questi studenti che vanno a vederlo curiosi e poi escono urlando “che schifo!”.


Un giorno salterà fuori dalla formalina e racconterà a tutti la sua triste storia.


E anche il cervello troverà il modo di farci capire a chi apparteneva.


Comunque da martedì torneremo nella nostra aula grigia ritinteggiata di grigio.


anita

Categories: primo diario dalla camera oscura |

One Comment

  1. Calzino ha detto:

    che hai contro i pixeeeeeeeeel

Leave a Reply

Required fields are marked *