Scritto da anita51 il luglio 18th, 2005 | 3 comments
La gioventù veronese sta abbandonando la terra natia… ma non mi preoccupo. Infatti tra poche ore anch’io lascerò a mia amata cittadina e prenderò il volo per Dublino.
La valigia è pronta. Devo solo scegliere i Cd da portarmi via. Ho fatto scorta di rullini e parto con ben due macchine fotografiche!
Tornerò fra due settimane e poi ripartirò per il viaggio “corposo”: quello in Serbia, quello che sogno da quasi due anni.
Confido in un collegamento ad internet dal college ma in caso contrario avrete mie notizie fra molto tempo…

Bene.

Io parto.
Statemi tutti bene. 

[Sono stanca perché ieri sera ho partecipato al 18esimo dell’amico Giorgiboy… carino. Sì, mi sono divertita anche se ancora una volta ho avuto prova che la nostra amicizia si sta sfaldando.
Vorrei parlarvene ma penso che cadrei nei commentini malefici, e farei una caricatura di tutto, anche delle cose che ho apprezzato.
Solo è stata una serata completamente diversa dai miei stili di vita.]

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Scritto da anita51 il luglio 12th, 2005 | 3 comments
“Ghiaccio” è una nuova parola, usata nell’underground veronese per definire una cosa fatta a caso.
La serata di ieri sera può quindi essere definita “ghiaccio”.
 
In genere, quando non si sa che fare, si va in centro e, visto che a Verona non c’è mai niente da fare, si è sempre in centro.
Ieri sera poi era una serata particolare: intorno all’arena potevi trovare un po’ di movimento e in ogni dove potevi sentire la voce di Chris Martin. Quando sono sbucata in piazza Brà stava ancora cantando Richard Ashcroft.
Comunque, dopo aver passato un tempo indeterminato stravaccate sul municipio, io e le mie compagne di avventura decidemmo di andare in un baretto lì vicino.
Nel tavolo vicino al nostro spuntarono due tizi. Uno aveva una maglietta rossa… la maglietta di Woodstock. Incuriosite gli chiedemmo dove avessero reperito quell’oggetto di culto.
A Milano. Poi ci chiesero dove potevano trovare una buona gelateria e una volta che ebbero reperito tale informazione ci diedero due biglietti per il concerto, tanto loro li avevano avuti gratis ed erano venuti solo per sentire il sig. Ashcroft.
Fu così che mi ritrovai in Arena al concerto dei Coldplay.
In quel momento Chris e soci stavano cantando praticamente in platea.
Cercando un posticino incappai nel Gentile Sig. D e capii subito la sua funzione in quel contesto dalla maglietta “Pop Corn Full Pruduction”.
Il concerto è finito di lì a mezzora però è stato molto divertente riuscire ad intrufolarsici, alla faccia dei fans sbavanti che erano rimasti fuori!
Il concerto, nel suo genere e per quel poco che ho sentito, mi è piaciuto.
Dopo il concerto ho vagato un po’.
Ho incontrato un conoscente che se ne andava in giro da solo con lo sguardo stralunato mormorando “bellissimo, bellissimo”.
Dopo aver passato una buona mezz’ora bivaccate in piazza dante, io e le mie compagne di avventura siamo tornate a casa.
 
Ringrazio il contadino del campo di Woodstock, perchè è grazie a lui che anche questo è potuto accadere.
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Scritto da anita51 il luglio 10th, 2005 | 4 comments
Mi sento strana.
L’altro giorno ero a Bologna davanti alla facoltà di giurisprudenza. Ho guardato per caso il cellulare e mi ricordo che erano le 9.58.
Se penso a quello che nello stesso momento stava accadendo a Londra mi sento strana.
Penso ad un sacco di cose… che è ingiusto, che mi fa schifo che ormai se ne parli come di una cosa normale, che i prossimi potremmo essere noi e tante altre.
La più triste è però pensare che finalmente c’era un clima di speranza, il Live8 non era stato solo una buffonata ma aveva dimostrato il potere della gente, Mtv lancia una campagna forse inutile ma almeno fa qualcosa, il G8 poteva servire a cambiare le cose e invece tutta l’attenzione che avrebbe dovuto concentrarsi sulla povertà si sposterà sul terrorismo e…
 
Venerdì sera il concerto è stato grande.
La platea era composta prevalentemente da cinquantenni ex-fricchettoni.
E anche loro, Crosby, Stills e Nash, erano strani, vecchi e panzuti. Però quando hanno cominciato con “Carry on”, io stavo tremando. Perché non mi sembrava vero.
E poi hanno anche steccato… però è stato veramente grande.
“Grotteschi” è stata una parola che mi è venuta in mente.
“Grotteschi” erano quei cinquantenni che cantavano che potevano cambiare il mondo. Perché forse volevano e potevano farlo trent’anni fa e non ci sono riusciti. O forse non potevano neanche.
“Grottesca” ero io che camminavo a piedi nudi per il prato di villa Pisani.
[Ho dato un nome ad ogni annata. Gli anni 60: idealismo. Anni 70: nichilismo. Anni 80: realismo. Anni 90: disfattismo.]
Se c’è un aggettivo che mi definisce è “idealista”. Però vi prego, salvatemi, non voglio essere solo una nostalgica. Non voglio vestirmi da hippie fallita. O forse si, ma non voglio essere grottesca.
 
Per concludere: questo blog si è beccato una “recensione” (che definirei “falsa e tendenziosa”) su guardaquesto.splinder.com. La faccenda è piuttosto divertente. Fatevi un giretto (sono molto gustosi i blog citati e anche le incazzature della gente, è spassosissimo!).
[Che dite? Avrei dovuto incazzarmi e scrivere un commento pieno di kappa, per e abbreviazioni? Ma che ci posso fare… ho un SuperIo piuttosto potente.]
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