Scritto da verdeanita il novembre 23rd, 2005 | 1 comment

[da tempo non scrivo più.
ci riproverò con un nuovo template, che forse, darà vita ad un nuovo blog… che sarà sostanzialmente uguale… solo che è passata la mia fase piatta con lo sfondo bianco, di ragazza pura e indefinita]

Adesso, finalmente, mi sento più viva.
Sono una persona perennemente inquieta, in questo periodo mi sto isolando dal mondo.
Non solo in ambito scolastico, lì continua la guerra anche se è lenta e silenziosa.
Passo i pomeriggi a dormire, se mi sveglio faccio schemi, schemi, schemi… schematizzo tutto, anche la mia vita. Se ho un problema prendo un foglio, faccio un paio di frecce, un paio di tabelle, poi tutto mi sembra più chiaro.
Ascolto i primi dischi dei Pink Floyd con l’iPod, poi mi sposto in mansarda e ascolto Ummagumma, su vinile, dono prezioso e importante del mio ragazzo.

Da dodici giorni sono maggiorenne. Martedì andrò a parlare con Avis. Avrà il mio sangue e tutto ciò che dal mio corpo può prendere.

Da dodici giorni sono maggiorenne. Ho fatto una festa. Ho fatto una festa perché me lo chiedevamo i miei amici, perché lo desideravano i miei.
Francesco non c’era. Gli ho detto io di non venire, perché, se puoi venire, fallo in un giorno in cui non devo dividermi con nessuno, in cui sono tutta per te e tu sei tutto per me. Abbiamo troppo poco tempo a disposizione.
Ho fatto una festa e ho invitato anche i miei amici, Vero e Giorgiboy, per piacere e cortesia, per ricucire i brandelli della nostra amicizia.
Entrambi non sono potuti venire. Per motivi più o meno validi. Non voglio indagare. Erano i miei diciotto anni.
Giorgiboy, il giorno del mio compleanno era assente, ha mandato un messaggio alla Vero dicendole che stava male, e di farmi gli auguri. Poteva mandarmelo direttamente, il messaggio. Erano i miei diciotto anni.
Non mi hanno fatto un biglietto, un regalo, uno scherzo. Avrebbero potuto. Erano i miei diciotto anni.

[Per i diciotto anni di Giorgiboy, con la Vero, avevamo messo dentro una scatola tutti i nostri ricordi, c’era voluto un pomeriggio intero.
Per i diciotto anni della Vero, che ama il kitsch, ero andata in cerca di un regalo adatto e l’avevo trovato in una maglietta rosa con delle pailette.]

Categories: primo diario dalla camera oscura |

One Comment

  1. Calzino ha detto:

    tanti auguri!!

    un abbraccio affettuoso!

    scusa se non sono passato prima…

    รจ un periodo KAOTICO!!

    p.s. il tuo nuovo blog non si vede :(

Leave a Reply

Required fields are marked *