I tried to be frangetta.
Scritto da verdeanita il marzo 10th, 2008 | 8 comments

Ci provai in tutti i modi. Cercai di spiegare a tutte le mie coinquiline la bellezza di questi sette giovani ragazzi gallesi, così allegri e pure così interessanti.
Feci vedere con orgoglio che le date dei loro concerti erano riportati addirittura su Internazionale.
Ma fui onesta, troppo onesta. E non nascosi che il biglietto aveva un certo costo.
Tentai poi tutte le carte disponibili, compresa quella della pietà, del ricatto, del rimborso.
Ma fallii. Fallii miseramente.
Così, venerdì sera, andai al Covo da sola, cercando di far capire alla coinquilina e ai nostri due ometti che questo gruppo era una cosa bellissima e che tra qualche anno se ne sarebbero accorti. Cercavo di fargli credere di essere particolarmente lungimirante.
In realtà io non sono lungimirante per niente. Prova ne è il fatto che mi trovavo a Bologna, sotto la pioggia, con uno spolverino leggerissimo.
L’unica soluzione era vestirsi a strati. Maglietta rassicurante degli amati Yo La Tengo con sopra maglietta con sopra giacchetta con sopra maglione. Goffa a livelli imbarazzanti.
Inoltre, per proteggermi dalla pioggia e dal freddo, indossai i guanti e coprii il sellino della bicicletta con un sacchetto di plastica.
Ero decisamente poco cool.
Pedalando per vie periferiche, senza musica nelle orecchie e perdendo comunque la strada, cercavo di convincermi della grandiosità della mia azione solitaria.
Quando entrai al Covo c’era ancora poca gente. Pagai l’esoso biglietto con una banconota da 50 euro, il che potrebbe farmi apparire ricchissima, quando in realtà quei 50 euro dovrebbero bastarmi fino alla fine di marzo. Dunque non avevo nemmeno i due euro per il guardaroba. Mi misi a vagare per il Covo reggendo lo spolverino tra le mani, con aria smarrita.
Quando una ragazza mi chiese, con un’espressione molto dubbiosa: "Ma dov’è che suonano?" riacquistai un poco di fiducia e risposi con sicurezza "Dietro quella porta, ma la aprono poco prima del concerto. Ah, ecco, l’hanno aperta!"
Sotto il palco si era già ammassata una quantità notevole di gente.
Mandai un messaggio sereno al mio amico Michele che diceva più o meno: "Sono da sola al concerto dei Los Campesinos! Sono convinta che sia una cosa tremendamente indie. La persona che conosco meglio è un giornalista del Mucchio Selvaggio, con cui, ovviamente, non ho mai parlato. Mi sento sfigata ma con dignità."
Non che sperassi di incontrare chissachi, solo che man mano che procedo con la mia vita bolognese, mi rendo conto di come certi luoghi siano assai lontani dal mondo universitario.
I miei compagni non parlano mai del Locomotiv o del Covo. Sanno della loro esistenza, ma non ci sono mai stati. Credo ignorino la loro collocazione al di fuori dalle mura.
Per questo mi sono auto-convinta che quella gente così cool sia indigena e che io, ancora una volta, stia figurando come un’anima provinciale e  sperduta.
Credevo di essermi data un tono, con la mia pettinatura, ma fui col tempo costretta ad ammettere che andare in bici sia irrimediabilmente dannoso per la mia frangetta e tutto ciò faccia avvicinare il mio aspetto a quello di un upupa.
Questo fu più o meno il mio flusso di pensiero mentre attendevo i Los Campesinos!
I Los Campesinos! si resero visibili in mezzo al pubblico, guidati da un uomo che, con una piccola lampadina, gli fece largo verso il palco. Erano tanti e formarono una lunga fila indiana e grazie a questo io ed altri presenti ci fingemmo abilmente parte integrante del gruppo, cosa che ci permise di giungere proprio sotto il palco senza esagerati sgomitamenti.
Quando il gruppo si palesò sotto le luci realizzai però che mai e poi mai sarei potuta anche lontanamente assomigliare ad una delle tre donzelle che stavano sul palco, che erano tutte assai belle e sensuali.
Il pubblico era festante e i miei vicini avevano intenzioni molto cattive, che nel mio stile di vita corrispondono a tentativi di scatenare un pogo violento (cosa che poi fecero).
Io da un lato avrei voluto avere una compagna di danze, dall’altro, vista la situazione, considerai i miei tentativi di apparire una persona cool miseramente falliti e, dopo una manciata di secondi dall’inizio del concerto, mi misi a ballare senza ritegno.
I Los Campesinos! mi piacciono perché sono tanti e sono dei cazzoni. C’è questo ragazzo che canta con voce urlata e le ragazze che cercano di stargli dietro con le loro voci delicate.
A me piacciono molto le canzoni che ad un certo punto esplodono e diventano qualcosa di diverso e più forte. Generalmente questa esplosione l’ho sempre vista come qualcosa che diventa più introspettivo.
Qui è l’esatto contrario e quando le canzoni esplodono con tastierine e campanellini a me viene tanta voglia di ballare e mi piacerebbe solo che si fosse un po’ di spazio in più, anche se, alla fine, nessuno mi pesta i piedi e sono io a pestarne molti.
Al termine del concerto, sudata e felice, sentivo l’immensa necessità di una birra.
Compresi però che la mia solitaria presenza era ambigua. Avrei potuto sfruttarla a mio favore, lanciare qualche sguardo ammiccante a qualche ragazzo e farmi offrire qualcosa, ma il mio animo non è così vile.
Pensai alla mia coinquilina pigrona, al mio morosetto preoccupato. Pensai alla pioggia che poteva ricominciare da un momento all’altro e sarebbe stata un ostacolo non indifferente.
E tornai a casa, canticchiando le canzoni che avevo appena sentito.

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Comments (8)

  1. vanooger ha detto:

    letto. E imparato a memoria.

    Buahahahah!

  2. utente anonimo ha detto:

    “Mi sento sfigata, ma con dignità”. Mai frase migliore!

    Chiara

  3. peppermint_nicole ha detto:

    ma che sfigata? andare ai concerti da soli è una gran figata. se poi alterni i momenti da attacco di idiozia a uno sguardo serio e compito, è proprio uno sciallo.

    in ogni caso sai che ci sono.

    ciaooooo!

  4. utente anonimo ha detto:

    bel resoconto

    parola di uno che fino ad un pò di tempo fa andava a quasi tutti i concerti che gli piacevano da solo,perchè nessuno veniva etc etc

    quindi sfidare le intemperie per gustarsi un bel concerto,anche in solitaria..non ha prezzo

    inutile dire che avrei potuto esserci anch’io..maledetti coinquilini :)

  5. utente anonimo ha detto:

    ahah

    ciao anita, bel resoconto.

    guarda che al covo si continua a sentirsi a disagio anche a trent’anni (vedi la sottoscritta, che arriva in motorino. in due in motorino, per la precisione)

    basta la musica, però, no?

  6. utente anonimo ha detto:

    Se non avessi avuto l’FCE sai che sarei venuto a sentire i sette gallesi con te.

    Speriamo almeno ne sia valsa la pena!

    Miguel

  7. guillaume ha detto:

    Au printemps au printemps

    Et mon cœur et ton cœur

    Sont repeints au vin blanc

    Au printemps au printemps

    Les amants vont prier

    Notre-Dame du bon temps

    Au printemps

    Pour une fleur un sourire un serment

    Pour l’ombre d’un regard en riant

    Toutes les filles

    Vous donneront leurs baisers

    Puis tous leurs espoirs

    Vois tous ces cœurs

    Comme des artichauts

    Qui s’effeuillent en battant

    Pour s’offrir aux badauds

    Vois tous ces cœurs

    Comme de gentils mégots

    Qui s’enflamment en riant

    Pour les filles du métro

    Au printemps au printemps

    Et mon cœur et ton cœur

    Sont repeints au vin blanc

    Au printemps au printemps

    Les amants vont prier

    Notre-Dame du bon temps

    Au printemps

    Pour une fleur un sourire un serment

    Pour l’ombre d’un regard en riant

    Tout Paris

    Se changera en baisers

    Parfois même en grand soir

    Vois tout Paris

    Se change en pâturage

    Pour troupeaux d’amoureux

    Aux bergères peu sages

    Vois tout Paris

    Joue la fête au village

    Pour bénir au soleil

    Ces nouveaux mariages

    Au printemps au printemps

    Et mon cœur et ton cœur

    Sont repeints au vin blanc

    Au printemps au printemps

    Les amants vont prier

    Notre-Dame du bon temps

    Au printemps

    Pour une fleur un sourire un serment

    Pour l’ombre d’un regard en riant

    Toute la Terre

    Se changera en baisers

    Qui parleront d’espoir

    Vois ce miracle

    Car c’est bien le dernier

    Qui s’offre encore à nous

    Sans avoir à l’appeler

    Vois ce miracle

    Qui devait arriver

    C’est la première chance

    La seule de l’année

    Au printemps au printemps

    Et mon cœur et ton cœur

    Sont repeints au vin blanc

    Au printemps au printemps

    Les amants vont prier

    Notre-Dame du bon temps

    Au printemps

    Au printemps

    Au printemps

    J. Brel

    ;)

  8. utente anonimo ha detto:

    Gli dei del rock’n’roll…li scegli tu!!!!

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