Scritto da verdeanita il giugno 25th, 2008 | Leave a comment

Volevo solo dirvi che io due sera fa ero in Arena e stavo cantando le canzoni che mi hanno fatto innamorare insieme alla persona che le aveva scritte.
Che dopo stavo bevendo birra sui gradini della Biblioteca, mangiando tutti i pop corn avanzati dal concerto, anche se pare che in questa città sia vietato. Ma è una cosa che a Bologna non mi è ancora successa, e invece qui queste cose continuano ad accadere.
Che non faccio le stesse cose che facevo dieci anni fa, ma quelle che facevo cinque anni fa. Perchè sono piccola, ecco.
Che questa sera indosserò vestiti vecchie e mi stamperò in testa qualche canzone arcaica, di quel disco che per me vuol dire “Giugno!” e che per la prima volta da quando hanno tolto le impalcature andrò a riprendermi Piazza Dante.

[anche se ora ho una bicicletta grigia troppo bella, un libretto universitario con una pagina piena, vivo in un’altra città e pago un affitto e il mio amichetto sbarbatello, a cui feci una cassettina coi Creedence Clearwater Revival per il suo diciassettesimo compleano, oggi ha finito il Liceo]

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Post a punti #2
Scritto da verdeanita il giugno 22nd, 2008 | Leave a comment

Questo sarà un post pieno di segnalazioni. Ci saranno solo quelle, in verità.
1. è praticamente pronto il Lou Fai Summer Festival 2.2. Se volete saperne di più, trovate notizie più dettagliate proprio qui.
2. credo sia giusto divulgare l’appello per salvare Radio Facoltà di Frequenza.
Radio Facoltà di Frequenza è una radio universitaria che trasmette sul territorio di Siena e rischia di chiudere a partire da Luglio.
Ovviamente non l’ho mai ascoltata, non essendo io di Siena. Ma visto che ascolto spesso la radio in generale, riesco forse a comprendere un pochino la tristezza della cosa.
Per aiutare Radio Facoltà di Frequenza basta inviare un messaggio di supporto a Fdf a rettore@unisi.it e in copia a save.fdf@gmail.com (oggetto standard email: "Io sostengo FdF on air").
Poi se ne avete voglia potete diffondere l’appello sui vostri blog o su myspace o su qualche mezzo qualsiasi.
In ogni caso, trovate più informazioni e altro materiale qui.
3. anche quest’anno ci saranno i VeronaBlogAwards. Tutti possono votare e io vi invito a farlo: trovate il modulino per inviare i voti qui.

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Teorizzazioni inutili sulla diversità delle canzoni
Scritto da verdeanita il giugno 21st, 2008 | Leave a comment

(ovvero: quando cerco di fare post seri divento incredibilmente noiosa)
Ho passato il mio secondo anno a Bologna a segnare accuratamente sull’agenda ogni concerto interessante, decidendo se andarci in base alla disponibilità economica, agli ascolti alla radio, agli articoli sui blog e alla possibilità di Moroso e Coinquiline di accompagnarmi.
Cominciai con il Locomotiv che puzzava ancora di vernice e conclusi nuovamente con il Locomotiv.
La prima sera ero spaesata e indifesa e l’ultima sera ci andai da sola e parlai con svariate persone che col tempo (e coi concerti) avevo bene o male conosciuto (c’è poco da fare: ai concerti siamo sempre gli stessi).
Le Coinquiline erano facili da convincere e avevano una certa varietà di commenti (Giulietti mandò anche una mail a Pelle Carlberg e lui le rispose).
Il Moroso mi seguì più di rado, ma comunque spesso. E al termine di ogni concerto commentò sempre allo stesso modo: "Bravi, ma le canzoni erano tutte uguali".
Credo di non aver mai intavolato una discussione sulla veridicità di questa affermazione, attribuendola ad un ascolto poco attento, o al fatto che se durante i concerti si può precipitare in uno stato di trance in cui, al temine, sembra di aver fatto e sentito la stessa cosa per un ora e passa.
E’ ovvio che un gruppo ha un certo stile, che in un album sviluppa certe idee e certi ascolti ed è impossibile e forse inutile fare un album con canzoni completamente diverse.
Ma col passare dei giorni (e dei concerti) qualche dubbio è venuto anche a me.
Sono così passata ad analizzare (anche se questo termine è troppo pomposo) i dischi che il mio iPod Zoran III mi proponeva (prima di abbandonarmi per la quindicesima volta) anche sotto questo aspetto ("la diversità delle canzoni").
Mi sono venute in mente tante idee disordinate.
Ad esempio, la prima cosa che mi viene in mente è che "adesso c’è internet", quindi se una volta i gruppi dovevano sudarsi un disco e la promozione, ora tutto questo viene fatto molto più velocemente ed economicamente.
Ma questo può anche voler dire che dietro ad un disco, oltre ad esserci meno lavoro, c’è anche meno attenzione e meno riflessione.
Attenzione da parte di chi il disco lo produce, che può preoccuparsi non tanto del potenziale musicale, ma del numero x di amici che il gruppo Tale ha su myspace o dello spazio che ha trovato sui blog.
Riflessione da parte del gruppo, che in vista di un esordio imminete o della velocità del web può essere portato a scrivere canzoni sull’ondata della prima buona idea che riesce a sviluppare.
C’è anche da dire che il paragone che il mio morosetto fa spesso con grosse band del passato probabilmente è poco consono.
Sono sicura che ci abbia già pensato il tempo a scremare tra i gruppi del passato, facendoci pervenire solo le cose più importanti.
Quello che sto seguendo ora è solo un grande e normale flusso di gruppi, concerti, recensioni e dischi di cui riusciremo a cogliere il valore tra cinque o dieci anni, quando di tutti questi dischi ne verranno ricordanti una decina o forse un paio o forse neanche uno.
Io non ce la faccio proprio a valutare di più un gruppo perchè costruisce meglio le canzoni, o perlomeno non la ritengo una cosa così importante, a livello di piacere personale.
Ad esempio ci due dischi che mi sono piaciuti molto di due gruppi che ho anche visto dal vivo, due concerti piacevoli e due dischi ascoltati spesso e due giudizi che sono l’esatto opposto.
Here Comes the Wind degli Envelopes e Hold on now, youngster! dei Los Campesinos!
A livello di album e di canzoni, credo che oggettivamente siano meglio gli Envelopes. C’è più diversità e più struttura, mentre nei Los Campesinos! è sempre la stessa cosa, la stessa idea, in tante declinazioni diverse ma complessivamente il disco è troppo irruente e di minor sostanza.
Però a livello di idea o di attitudine o di suono, preferisco di gran lunga i Los Campesinos!
(Forse tutto ciò è anche da attribuire al fatto che gli Envelopes sono al secondo album e i Los Campesinos! soltanto al primo, ma dovendo ancora ascoltare per bene Demon, non saprei dire…).
Inventandomi una storiella e proiettando tutto in un universo parallelo, se non ci fosse internet secondo me la cose andrebbero così: i Los Campesinos! avrebbero impiegato molto più tempo a pubblicare il loro primo album, ma avrebbero anche avuto modo di farsi venire in mente altre cose e di sperimentarle, aggiungendo molto di più a quell’idea che è il filo conduttore di tutto il disco, pubblicando qualcosa di veramente meraviglioso.
Perchè parlando di idee e di filo conduttore, mi viene sempre da citare gli Strokes e Rooms on Fire, magari un disco piacevole, ma che io ritengo sostanzialmente inutile, e loro non erano neanche alla prima prova.
Ma ascoltateveli che è meglio:
Envelopes – I’d like 2 C U  (via frigopop!)
Los Campesinos! – This Is How You Spell "Hahaha, We Destroyed The Hopes And Dreams Of A Generation Of Faux-Romantics"  (questa dovete inoltre impararla a memoria e urlarla il 4 luglio alla Lou Fai squarciandovi le corde vocali come facciamo io e Michele)

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