oink!
Scritto da verdeanita il aprile 28th, 2009 | 6 comments

Ci terrei a farvi sapere che ho mal di testa e mal di gola.
In gola ho delle magnifiche placche.
Ho preso aspirine, propoli, caramelle balsamiche.
Poi ho preso anche del Polaramin e un certo farmaco antiallergico. Questo perchè sulle mani ho delle minuscole bollicine. Le stesse che mi erano venute quando avevo incontrato Pete Townshend in via Sottoriva.
Google dice che si tratta di Eczema disidrosico.
Ah, il mio rettore è appena tornato dal Messico.
Magic Bus, The Who (Live a Verona, 2007, quando mi erano venute le bolle, appunto)

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“slisi” รจ una parola che sul vocabolario non compare, quindi immagino sia dialetto.
Scritto da verdeanita il aprile 26th, 2009 | 3 comments

Non so perchè i giovedì dell’Xm continuano a chiamarli "aperitivi biologici" quando il nome più appropriato sarebbe "devasto chimico". Ma vabbè.
Ci vado, perchè ultimanente ho disogno di degrado (occupazioni del rettorato, moretti in piazza verdi e centri sociali puzzolenti, appunto).
La mia spilletta dolcissima delle Au Revoir Simone non c’entrava assolutamente nulla, ne convengo. Ma serviva appunto a ricordarmi che io non appartengo a quella bolgia infernale di cani, piercing da toro al naso e capelli slisi dalle tinte viola rosse fucsia che infesta l’Xm ma a luoghi più ordinati.
Anche se poi verrebbe da chiedersi quanta differenza ci sia tra i vestiti stampino del popolo dei centri sociali (leggins, magliette leopardate, gonne cortissime barra inesistenti, pantaloni braga-mola con annesso portachiavi immenso o catena, insomma qualunque cosa riesca a produrre un clang clang) e il pubblico più cool dei concerti indie (cardigan, camiciola a quadri, vestitini H&M, occhiali da nerd).
Mi ci metto in mezzo, eh. Un po’ ai primi e un po’ ai secondi.
Comunque, alla fine torno a Verona e le cose da fare sono sempre poche o pochissime.
Decido, dopo varie consultazioni e una tazza enorme di caffè, di recarmi a Interzona.
Arrivo alle dieci e mezza e non c’è nessuno, così mi metto all’ingresso a ritagliare etichette con scritto "Pink Mountaintops" e ad attaccarle sul programma.
Poi mi prendo un gin lemon. Poi sorrido al sig. Pinch. Poi chiacchiero nella cucina. Poi in sig. Pinch comincia. Allora io continuo a entrare nella sala grande a vedere com’è la situazione, a tentare di ballare per rendermi poi conto che sono ridicola, così, da sola. Allora esco. Poi piego un po’ di volantini. Poi mi prendo un bicchiere di vino. Ballo da sola ancora un po’.
Poi mi siedo ad un tavolino e guardo la gente che balla. Ce n’è abbastanza. Tipo un centinaio di persone. E tutte hanno speso i loro dieci euro, quindi sono lì con delle buone intenzioni.
La luci sono bellissime. Ma è la stanza a essere enorme. Quindi, nonostante la buona musica, le luci perfette e tutto il resto, è un po’ difficile lasciarsi andare.
Il che mi fa pensare che effettivamente le grandezze siano un problema, anche se ci piace pensare che non lo siano o che il problema sia più lontano e superiore e indecifrabile.
Poi faccio un riepilogo delle mie ultime serate.
L’ingresso alla Casa 139 costava 12 euro, era un mercoledì e il locale era pieno. Ma i milanesi sono ricchi e i milanesi wannabe sanno che il be milanese ha questo costo.
L’ingresso all’XM24 costava zero, era un giovedì e il posto era pieno. I punkabestia non amano spendere e soprattutto non fanno differenza tra il giovedì e il sabato.
L’ingresso a Interzona costava 10 euro e Pinch ne prendeva lo stesso, più la metà, moltiplicato per cento. Forse meno perchè è buono e ha capito che qui la gente si fa il culo.
In cucina avevo parlato con i ragazzi del Kroen che si lamentavano del fatto che la gente si faccia tanti problemi a pagare 10 euro per una tessera arci senza capire che poi, quei dieci euro, verrebbero tranquillamente amortizzati, nel corso dell’anno (al Kroen poi, se fai la tessera ti offrono anche una consumazione).
Da lì poi, partono i soliti discorsi, che se ci ritroviamo ancora a farli vuol dire che non è cambiato nulla.
Tipo ma perchè la gente si ostina a spendere 10 euro per andare al Berfi’s che è sempre la stessa serata ogni volta, e perchè invece di spendere quattro euro per una tessera associativa preferiscono andare in centro a bere una birra che costa, appunto, quattro euro.
Ma anche perchè non ci sono più cinema in centro.
E quanto ci metterà Tosi a sgomberare i ragazzi de La Chimica che hanno occupato un ex-bingo che già era un ex-cinema porno (perchè se non lo sapete, perchè io non lo sapevo, quelli de La Chimica hanno occupato questo bingo a Porta Vescovo, così Verona ha di nuovo un centro sociale e io devo dire che sono contenta anche perchè un centro sociale a Verona e diecimila volte più pulito e ordinato e silenzioso di un qualunque centro sociale di Bologna).

Alle due il bar deve smettere di servire alcolici, così mi prendo un Martini (bianco, con ghiaccio e limone, perfetto, grazie). A dieci alle tre le luci si accendono.
Passo un tavolo con la spugnetta, raccolgo qualche mozzicone, passo la scopa.
Poi saluto tutti, sorrido al sig. Pinch e vado a casa.
Tiro giù le tapparelle che sono le quattro di mattina e tra poco dovrebbe cominciare ad arrivare la luce.

[Il 16 Maggio, dopo Hell Demonio, The Death of Anna Karina e Afraid! metterò i dischi nella sala grande, quindi dovete venire a riempirla.]

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For the good place.
Scritto da verdeanita il aprile 26th, 2009 | 2 comments

Questa sera ho apprezzato il sig. Pinch. E anche il gin lemon, il vino e il mio Martini. L’ingresso gratuito, le mie danze solitarie. I volantini che ho piegato, le etichette che ho tagliato.
Insomma, Interzona.

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