Il mercato mi odia.
Scritto da verdeanita il luglio 13th, 2009 | 5 comments

Io penso che sia abbastanza normale sentirsi rifiutati dal mondo, dalla società, dalla scuola, dall’industria discografica o tessile. Ma sentirsi rifiutati da un supermercato, ecco, credo sia veramente alienante.
Verdure, formaggi e succhi di frutta
Oggi ad esempio sono andata al supermercato e avevo voglia di due cose che mangio di solito quando mi trovo in Cruccolandia (la Cruccolandia copre, oltre a Germania e Austria, anche Belgio, Francia e Svizzera, ovviamente, nella mia patetica geografia mentale).
Le due cose in questione erano:
– il formaggino spalmabile allo yoghurt con l’erba cipollina dentro;
– succo di mela, più cruccamente detto Apfelsaft.
Io ero abbastanza fiduciosa, rispettivamente per i seguenti motivi:
– non mi soffermo mai troppo spesso al banco dei formaggi, poichè mi piace solo il Brie che è troppo costoso per le mie finanze di studentessa, e quindi il suddetto formaggino potrebbe anche essermi sfuggito;
– quando ho fatto colazione in quel baretto a Kreuzberg il mio Apfelsaft era marca Pago e l’etichetta recitava, in modo assai poco romantico "Mela", così, in italiano. Quindi tale succo potrebbe anche esistere in un supermercato italiano.
Invece no. Il formaggio non c’era. Con il succo è andata peggio, poichè c’era una fila immensa di succhi di frutta chiaramente provenienti dalla Cruccolandia, di marca Pfanner (notare l’assonanza con Apfel, e pure il logo era una mela). Ma di mela neanche l’ombra.
Così, per consolarmi, ho comprato dei pomodorini datterini, con cui faceva colazione la mia amica svedese. Ho notato la presenza di enormi pomodori olandesi che costavano appena un euro al chilo. Ma che bisogno c’è di far venire i pomodori dall’Olanda, dico io? O le arance dall’Argentina?
E non lo dico per autarchia. Lo dico perchè penso che per arrivare alla mia coop inquinino certamente di più delle arance argentine che delle aranche siciliane.
E’ lo stesso motivo per cui non compro mai banane.
Mi sento sempre così stupida ad andare dal commesso a chiedere "Avete limoni italiani?". No, solo africani. Allora oggi niente macedonia, niente tè. Niente limoni.
Ora, io mi rendo conto che il mio discorso potrebbe risultare contraddittorio. Ma forse non sono io: è il mercato ad esserlo.
Nel mio supermercato ideale ci sono solo prodotti locali e per avere il succo di mela devi farti un bel viaggetto in Cruccolandia.
Nel supermercato che mi odia invece ci sono limoni argentini e pomodori olandesi, che mi rifiuto di comprare, e tutti i succhi di frutta tedeschi immaginabili, tranne l’unico succo di frutta tedesco che avrebbe senso importare, ossia il tradizionale succo di mela.
Cartoleria
Fin dalla più tenera età ho sempre amato le cartolerie. E nei supermercati ero una grandissima fan del reparto "carta, penne, ecc.". Ci passo tuttora le ore a guardare tutti i tipi di penne, di cartelline raccogli documenti, a toccare la carta di tutti i quaderni, ecc.
Anche quando sono all’estero la mia passione per le cartolerie permane e le visito come se fossero dei piccoli musei.
Ho così scoperto che in Italia siamo particolarmente tristi, in fatto di quaderni.
I nostri quaderni si dividono in grandi e piccoli (A4 e A5) e i fogli sono a righe e a quadretti (dove i quadretti sono solitamente da 5mm e più raramente da 4mm, e questi sono anche abbastanza inutili, oppure si trovano, ancora più raramente quelli da 1cm, anche se di solito hanno una carta pesantissima).
Il mio quaderno preferito è quello che mi ha portato Alex da New York. E’ verde, spiralato, formato B5 (o Bqualcosaltro), con tre buchi per foglio, a righe con i margini.
Al secondo posto c’è quello che ho comprato a Berlino la scorsa settimana: A4, spiralato, con 4 buchi per foglio, a quadretti da 5mm con i margini completamente bianchi.
Perchè nei nostri supermercati queste cose non si trovano?
Lettori mp3
Il mio ipod photo (quell’ipod rarissimo, esistito per breve tempo tra il passaggio dall’ipod in bianco e nero all’ipod video) è morto più volte. Si è da tempo convinto di avere solo 16,1 gigabyte, ma in realtà si sottovaluta, visto che di giga dovrebbe averne ben 60.
Sto studiando il modo per ripararlo ma nel frattempo, diciamolo pure, sto sclerando.
Così ho deciso di comprarmi un altro lettore mp3.
E tutti i lettori mp3, esteticamente parlando, mi fanno schifo.
Gli unici carini sono, ovviamente, gli ipod (se conoscete un’altra marca che produca aggeggi con un design gradevole, vi prego, segnalatemela!).
Gli ipod però si dividono un due categorie: quelli che hanno un costo eccessivo e contengono tutto e quelli che non costano tanto ma tengono una quantità di musica ridicola.
Ricorderò sempre le memorabili parole di Giulio Rasi:
"Vedi, i primi iPod erano come dei graziosi salottini, con tutta la tua musica in ordine e con un’acustica perfetta. Quelli di oggi devi piuttosto immaginarli come degli enormi garage dove puoi stipare di tutto ma dove si sente malissimo".
Per questo non mi va più di comprare un ipod da ottomila giga.
Gli shuffle sono molto carini, ma, appunto, tengono una quantità di musica ridicola.
L’ipod nano, che potrebbe essere la soluzione, era molto grazioso nella sua vecchia versione sottile, quadrata, con colori tenui.
Mi fa invece immensamente schifo nella sua nuova versione oblunga, dallo spessore ovale e dai colori ipercioccosi.
Niente, il mercato ha decretato che io non posso ascoltare musica tramite un oggettino piccolo e visivamente gradevole.
Perchè la Lomo non produce lettori emmepitre?

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der Alptraum.
Scritto da verdeanita il luglio 12th, 2009 | 1 comment

Da due notti (ma sono solo due? ma no, sono molte di più ahahahah) ho degli incubi tremendi.
L’altra notte il tema era "tutte le persone a cui voglio bene mi odiano", ieri invece era "torniamo al Liceo – frustrazione, angoscia e solitudine".
Speriamo che la mia tisana "Schlaf gut!" comprata da qualche parte a Prenzlauer Berg mi aiuti, come dice il nome, a dormire bene.
Che domani devo copiare 20 pagine fitte fitte d’appunti e finire l’ultimo capitolo di quel merdosissimo libro che devo decifrare in vista del mio terzultimo esame.
Poi, quando tutti saranno all’Indietracks io potrò dedicarmi alle feste di laurea e scambiare i punti scena finora accumulati con i meno conosciuti punti fuorisede.
bitte orca, orca bitte.
ahahah questo post non ha sensoooh!

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Caelum, non animum mutant, qui trans mare currunt
Scritto da verdeanita il luglio 5th, 2009 | 2 comments

Ro vive in una casa vicino alla nostra facoltà. Qualche settimana fa anche Irene si è trasferita da lei. Ci sono tre stanza singole, un bagno blu e una cucina verde. Così, adesso che due mie care amiche vivono insieme, sono da loro molto spesso. Come ieri sera, ad esempio. Avevo chiesto a Irene se le andava di accompagnarmi ad un concerto e lei aveva detto di sì. Così ero arrivata a casa loro alle dieci, ma lei non era ancora vestita. Mi sedetti in cucina a guardare la TV con Ro (che non stava tanto bene e non aveva voglia di uscire).
Gettai uno sguardo sul tavolo e dissi:
“Oh, avete comprato Internazionale. Non ho ancora letto l’oroscopo. E’ stata una giornata pessima, chissà che dice.”
“Perché?”
“Adesso vi racconto. Ma prima sapete di cosa avrei bisogno?”
“Di una canna?”
“No, di un bicchiere di vino bianco fresco fresco da frigo”. E così dicendo tirai fuori dalla borsa una bottiglia di Custoza, fresco fresco da frigo.
Il vino fu accolto da urla di giubilo e fu immediatamente aperto e versato in bicchieri forse non proprio adeguati.
“Sono andata a fare colazione alle Scuderie, con Francesco. E non è stato molto bello.”
E poi giù con parole a caso, sempre le stesse da mesi.
“Comunque non è questo il punto. Ero agitata e inquieta e non sapevo dove andare a studiare. Perché devo assolutamente studiare in questi giorni.
Sono passata in facoltà a salutare chi c’era, e c’era solo Maurizio. Ho pensato di andare a S. Giovanni in Monte ma è completamente deserto e mi mette angoscia. E poi, comunque, in qualunque posto fossi andata, sarei tornata a casa dopo dieci minuti, perché ero troppo inquieta. Sapete, avevo bisogno di andare in un posto distante, un posto senza distrazioni…”
“E quindi dove sei andata a studiare?”
“Alla biblioteca comunale di Ferrara”.

oh, You and Ferrara.

Alla fine ricordo che sono finita ai giardini Margherita, sdraiata per terra con Irene. Avevamo finito il vino e, non so come, lei era riuscita a prendere un Martini e una Sambuca per soli tre euro e ottanta (tutti gli spiccioli che avevamo).
“Manca il limone, cazzo.”
“E pensa che me l’aveva chiesto e io nono, grazie, niente limone”.
“Ehi” dico io “guarda come si muove velocemente quella stella”.

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