living in Veronda
Scritto da verdeanita il agosto 20th, 2009 | 3 comments

Il mio ultimo emozionante sfogo su l’amata/odiata Veronda, questa volta solo su VeronaBlog.

Categories: diario dalla camera oscura |

La route du Rock
Scritto da verdeanita il agosto 19th, 2009 | 2 comments

Facciamo che nel narrarvi della Route du Rock non vi tedierò con le gesta relative alla mai-avvenuta prenotazione del biglietto d’andata e relativa lettera di lamentele che presto spedirò a trenitalia, ma comincerò innanzitutto ringraziando la stronza che mi ha rubato il beauty alla stazione di Nantes.
Ti auguro una vita piena di innumerevoli fastidi, stupida donna. Che sei indubbiamente idiota perchè cosa cazzo mi freghi la borsa che ho candidamente poggiato sul lavandino? Cosa pensi che ci sia dentro? Soldi e gioielli? E la lasciavo lì sul lavandino secondo te?
Ti auguro di non riuscire a lavarti i denti per trentasei ore, ti auguro di doverti ricomprare spazzolini e saponi, ti auguro di avere il mal di testa poco prima di un concerto dei My Bloody Valentine, che poi grazie a dio mi è passato, e non avere l’Oki che ti eri portata apposta, ti auguro di giungere in prossimità del tuo ciclo mestruale senza antidolorifici. E ti auguro di non scoprire mai le gioie della mooncup.
Così, liquidate le cose negative posso condividere, con il mio vocabolario povero di termini adatti a descrivere eventi musicali, le seguenti cose:
[14 agosto] Crystal Stilts. Che abbiamo sentito in lontananza, uffa. Ma in fondo quanto ti ricapita di ballare "Love is a Wave" in coda? Mai, perchè preferirei farlo sotto il palco. Deerhunter. bellini Tortoise. me li immaginavo con strutture molto più rigide, e soprattutto molto più pesi con le loro due batterie, invece sono riusciti a scatenare tutta la loro vena etnica. Peccato fossi un po’ stanca. My Bloody Valentine. il caso curioso, oppure la prova che tutto ha un senso. A me è piaciuto tantissimo, ai miei accompagnatori no. Solo che loro erano venuti lì per questo e io li avevo sempre detestati.  A Place to bury strangers. nanne. Snowman. nanne. [dopo 32 ore di treno queste nanne non vi sembreranno tante]
[15 agosto] St. Vincent. molto intensa. Avrei dovuto ascoltare di più il cd, perchè sicuramente, essendo da sola, ha cambianto molto gli arrangiamenti. Papercuts. bellini, vedi Deerhunter. Camera Obscura. bravi, e sicuramente più generosi avvolti dal freddo bretone che tra le birre e i punk di Piazza Verdi. Temevo di accusare problemi di glicemia, invece hanno bilanciato bene i pezzi, e alla fine si sono concessi un finale un po’ rock. Forse, ora che ci penso, potevano anche suonare più pezzi dai primi album. Bu. The Kills. Ero convinta che sarebbe stato il concerto più divertente. Invece non solo non mi avete fatto divertire, non solo mi avete annoiata, non solo mi avete infastidita, ma avete anche deciso di finire con una cover dei Creedence. Ora vi odio. Peaches. Disgustosa in senso buono. Il mio nuovo idolo lesbico. Peccato, di nuovo, per la stanchezza. Altrimenti sarei corsa sotto il palco a ballare e a togliermi la maglietta. Four Tet. Che ci ha messo una vita a cominciare. La prima mezz’ora è stata bruttina, dopodichè ha sparato in fila tre pezzi adorabili e io ero contenta, tanto che ho riposto gli ottomila maglioni di lana nello zaino e ho ballato come una stupida fino alla fine.
[16 agosto] Bill Callahan. Vocione. E’ tutto quello che mi ricordo. Ero troppo impegnata a rubare le torte al banchettaro stronzo. Con tutti i tè che ti abbiamo comprato. Andrew Bird. Stupendo. Di pomeriggio con il freschino che arrivava era il classico concerto beato che mi aspettavo di sentire alla Route. E molto, molto intenso anche lui. Io cantavo, ondeggiavo, saltellavo. Fischiettare no, perchè non ci riesco. Però adesso lo amo. Dominique A. Sui dischi di Yann Tiersen me lo ricordavo più carino. Invece aveva una drum machine grezza come poche. E cantare in francese è ufficialmente una cosa orribile. Grizzly Bear. Perchè per me degli Animal Collective non hanno un tubo. Mi ricordavano di più i Calexico. O anche i Fleet Foxes. Adorabili. Simian Mobile Disco: nanne Autokratz: nanne
E non dimentichiamoci i tappi per le orecchie, the pains of the period, il tè caldo a ferragosto, la serie di festival a tema "band inutili", "accoppiata uomo oggetto, donna isterica", 99 Luftballons e Woodstock, il freddo freddissimo, le baguette e soprattutto il pranzo con la baguette piena di marmellata di fragole, lo spazio meglio utlizzato di tutto lo zaino, ossia fornellino e moka, il waffle probabilmente ricoperto di zucchero e cocaina, perchè altrimenti non si spiega la dissoluzione della stanchezza tra Peaches e Four Tet, e tante altre cose.
Grazie a Michele, Margherita e Luca.
[Nella foto: il bagno che faremo la prossima volta, dal flickr di keipoth]

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Scritto da verdeanita il agosto 11th, 2009 | 1 comment

Sai, non sembra male questo periodo, tutto sommato. Abbiamo fatto un’altra festa alla Casetta. Questa volta davvero l’ultima dell’estate. Mi sono divertita, come al solito ho bevuto come una spugna, ho molti ricordi annebbiati ma sono sicura di aver ballato scalza per buona parte della mattina. Qualcuno è venuto a trovarmi e un paio di personaggi che hanno reso più interessante la mia recente vita hanno fatto comparsate più o meno divertenti. Molte delle persone che quest’anno sono state in posti più fighi della nostra città leghista sono tornate e ora passiamo la sera a discutere di quanto Verona sia noiosa. E tutti cerchiamo di fuggire nei posti più divertenti e ciò rende il caldo della città meno soffocante. Sì, in questi giorni Verona mi è sembrata sopportabile. Poi si finisce a parlare delle città dove vorremmo vivere, del fatto che non sia più possibile stare qui. C’è chi mi ha ricordato di chi, partendo e andando ad abitare in un’altra città in una casa tutta per sè si sia sentito solo e sia tornato. Forse è una sconfitta, forse è il normale corso della solitudine, forse è semplicemente più semplice. Ho pensato che a te è successo più o meno lo stesso ma ora va tutto bene. E quindi ho capito che è molto probabile che non tornerai più. E mi è successo mentre con il bicchiere facevo i cerchi nella pasta sfoglia per fare delle pizzette. E mi sono sentita molto triste e pensavo che era una tristezza che non c’entrava niente con le mie pizzette.

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