Sleeping is giving in
Scritto da verdeanita il dicembre 31st, 2009 | 1 comment


Quest’anno va così. I miei genitori avranno la casa libera per festeggiare con i loro amichetti. Io sarò a Interzona per la tradizionale seratona di capodanno che come ospite d’onore avrà Howie B, un tizio che non è molto affascinante ma che sembra saperne. Nello specifico io sarò nella prima sala (quella del bar) fino all’una  e mezza, per poi spostarmi in quella media (quella dove di solito ci sono i concerti e dove ho suonato ad Halloween e l’ultima volta) e stare lì ad oltranza. Il Sig. Howie B avrà il lusso di riempire la sala obesa, che è davvero obesa e davvero bellissima. Pare che sia tutto pronto, che l’allestimento sia fighissimo. La cena sarà buonissima come al solito. Io ho un vestito sbrilluccicoso e l’unica (!!) cosa che mi rimane da fare è mettere a posto i cd. A staseraa!

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il tradizionale classificone di fine anno.
Scritto da verdeanita il dicembre 23rd, 2009 | 2 comments

Et voilà. Quest’anno mi sono impegnata di più e raccontato qualcosa per ogni album e ho messo tutte le copertine. Ovviamente, non essendo questo un blog musicale, troverete in questa classifica anche riferimenti più o meno seri a cose come le gambe delle Au Revoir Simone o la barba di Dough Martsch. Divertitevi!

1. The Hazards of Love – The Decemberists
Perchè un album prog nel 2009 poteva piacere solo a me. E mi è piaciuto eccome. Tra ballate dolci e intrecci musicali barocchi, l’ho trovato tra i Jethro Tull e i Neutral Milk Hotel. Si è infilato nel lettore prima e nel giradischi poi e lì è rimasto e ancora adesso mi fa gorgogliare di piacere ogni volta che l’ascolto. Una sorpresa meravigliosa e inaspettata, ero sicura che sarebbe finito al primo posto già dai primissimi ascolti.
  2. Popular Songs – Yo La Tengo
Dopo due anni di attesa eccoli di nuovo, i miei preferitissimi. E ancora una volta centro pieno. Eclettici come al solito, dolci e rumorosi, ironici e colti.
3. Reservoir – Fanfarlo
Questo bellissimo disco i Fanfarlo se lo sono prodotti da soli. Io vi dico Arcade Fire e The National. E già questo dovrebbe bastare. Poi c’è quella bellissima canzone che è Luna. E poi vi faccio notare che il disco costa appena dieci pound su cd e dodici su vinile. Fatevi il piacere di ascoltarlo, e ballarlo, e cantarlo, e, visto che è natale, comprarlo!
4. There’s no Enemy – Built to Spill
Adoro Dough Martsch. Ogni tanto lo sogno, con la sua barba e la sua fronte sudata che trema mentre canta, con la sottoscritta sotto al palco che lo guarda adorante mentre le sue aritmie cardiache danno libero sfogo. Ogni album dei Built to Spill è al contempo doloroso e rassicurante. Pure questo, e non importa se è meglio o peggio dei precedenti. A me piace, e gli voglio bene (all’album, ma anche a Dough).
  5. In and out of Control – Raveonettes
Quando fai tutte le canzoni uguali dopo un po’ potresti risultare monotono. Quando però tutte le canzoni sono ugualmente bellissime, qualcuno finirà per adorarti incodizionatamente. E questo è il mio caso. Ogni volta che ascolto questa canzoni piene di riverberi, così danzereccie eppure così sommesse, mi immagino sempre a ballare con lo sguardo vuoto e un vestitino striminzito in qualche club di Brooklyn. Per me sono quasi una specie di droga. Avendo scaricato questo disco solo alla fine dell’anno sappiate che "Bang!" si impianterà stabile nella scaletta di ogni mio djset a Interzona o alla Casetta.

6. Still Night, Still Light – Au Revoir Simone
Mentre il pulmino della parrocchia mi portava alla Casa 139 pensavo che forse mi sarei annoiata. In fondo erano solo tre ragazzine con delle gambe perfette e delle tastierine. Invece: sopresa delle sorprese! Queste tre, pure solo con le tastierine, erano capaci di suonare canzoni di rara bellezza. Calme e dolci, ma mai banali.
7. Bitte Orca – Dirty Projectors
Confesso, confesso. Della tripletta dell’avant-pop di cui tanto si è parlanto in questo 2009, che vedeva i Dirty Projectors accompagnati dai Grizzly Bear e dagli Animal Collective, ho apprezzato più di tutti (e forse solamente) questo Bitte Orca, tanto che dopo l’ennesimo fallimento universitario sono corsa in stazione e sono salita sul primo treno direzione Roma per guastarmelo proposto dal vivo. Strano come canzoni così scomposte e dissonanti possano risulare così piacevoli. Forse il disco più interessante del 2009.
  8. My Awesome Mixtape – How could a village turn into a town
Che parlare di questo disco è un po’ come parlare della storia della mia vita. Tra i concerti veronesi e bolognesi, i biscotti, gli aperitivi nei sotterranei della Unhip. Fatto sta che i My Awesome Mixtape hanno fatto un ep bellissimo, un primo disco bellissimo e un secondo disco bellissimo.
9. Noble Beast – Andrew Bird
Andrew Bird non solo è bravissimo. E’ pure bellissimo. Cosa fare ad un suo concerto? Osservarlo mentre pizzica le corde del violino o chiudere gli occhi e dondolarsi cullati da queste bellissime canzoni? L’ascolto più bello di Noble Beast rimarrà quello sul treno notturno preso per miracolo che ci ha fatto attraversare tutta la Francia per andare da lui (e da tanti tanti altri).
10. Why there are mountains – Cymbals Eat Guitars
Il disco più sottovalutato del 2009 è un autoproduzione di questi ragazzi di Staten Island. A nulla sono valsi un voto obeso su Pitchfork e le mie suppliche per chiamarli a Interzona. Nessuno se li è cagati e in Italia suoneranno a Ravenna e a Varese. Farò di tutto per andarci, e verificare se sono davvero promettenti come credo.

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quattro cose.
Scritto da verdeanita il dicembre 18th, 2009 | 2 comments

La prima cosa che mi dà fastidio è il fatto che anche se ti ho visto per così poco riesco subito a riconoscerti. La forma dei jeans, un ricciolo di capelli o il modo di muoversi. Così, in mezzo alla folla, senza neanche vedere direttamente il tuo volto, ti ho già riconosciuto.

La seconda cosa che mi dà fastidio è lo sguardo. Gli occhi si incrociano e si dicono tutto. So che ti ricordi esattamente quando ci siamo visti, e dove, e cosa ci siamo detti. E so che anche tu sai che me lo ricordo.

La terza cosa che mi dà fastidio è il sorriso. Non nasce da niente di preciso. E’ semplicemente un sorriso spontaneo. Ci siamo visti, o forse sarà per via dello sguardo, e sorridiamo.

La quarta cosa che mi dà fastidio è che al giorno d’oggi valgono più le incertezze delle certezze. Così, nonostante i primi tre punti, facciamo finta di niente.

(scritto mentre tornavo a casa un po’ brilla, sull’11A)

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