Fuck Yeah giorni a caso
Scritto da verdeanita il febbraio 19th, 2010 | 5 comments

Altresì detto: cose che non avevo mai fatto con persone che non avevo mai visto.
Il treno delle 18.04 arriva solo mezz’ora prima del treno 19.18. Cioè ci mette più di due ore, mentre l’altro ce ne mette solo una e mezza. Ma alla fine non me ne frega poi tanto. C’è buio e per una volta non mi metto a guardare le fermate tipo Lerino o Grisignano di Zocco che mi scorrono a fianco. Ho solo uno zainetto da 25 litri e i vestiti che porto addosso. Dentro lo zainetto ci sono tre macchine fotografiche e una autorizzazione alla laurea pronta ad essere firmata. L’arrivo in laguna è previsto per le 20.19 e per fortuna il treno è puntuale. Il mio fratellino è venuto a prendermi tentando miseramente di nascondersi sotto ad una parrucca da Mel B. Fail. Per andare a casa sua dobbiamo passare per il posto più orribile di Venezia ossia Piazzale Roma, ove Venezia non sembra Venezia e ci sono solo autobus.
A casa di Paolo le sue coinquiline sono impegnate in una violentissima partita con il Nintendo Wii e stanno ascoltando i Crystal Castles a palla. Già le amo.
Giusto il tempo che mio fratello mi prepari un piatto pieno di wurstel e carote tagliate a rondelle, un piatto tipicamente universitario, con “i-primi-ingredienti-che-ho-trovato-nel-frigo”, e usciamo.
Tra l’altro, le carote veneziane riescono ad ammuffire. In tutta la mia vita non ho mai visto una carota ammuffita, anzi, io le mie le compravo in dosi abbondanti una volta al mese perché poi duravano una vita, e parlo io che sono riuscita a far ammuffire un canovaccio, per dire. A Venezia le carote fanno la muffa, ma subito!
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Campo S. Margherita dista esattamente trenta secondi da casa di mio fratello, è popolato di gente ubriaca e mascherata e il dj mi regala la discoteca della domenica pomeriggio che alle medie non avevo mai avuto, passando con non-chalance dall’indie spicciolo ai successi di Hit-Mania Dance 1998.
Più o meno a metà serata vengo approcciata nel modo più disastroso esistente. La narrazione dell’approccio merita di essere riportata.
Tutto comincia quando in campo S. Margherita arriva un fantastico gruppo mascherato da spazzacamini. Erano tutti molto graziosi ed erano amici delle coinquiline di mio fratello, così mi fanno bere dalle loro bottiglie. Lo spazzacamino che mi porge la bottiglia è carino come tutti gli altri (in realtà non si capiva perché era tutto nero in volto come si addice ad un vero spazzacamino), mi dice come si chiama, da dove viene bla bla bla. Poi mi dice che fa il dj e io gli dico “Maddai, anche io!”. Lui faceva il dj all’AlterEgo, cioè una discoteca tunz-tunz situata sulle colline veronesi, e quando vede la mia smorfia perplessa mi dice che sono tutti pregiudizi e a me sovviene che a volte all’AlterEgo fanno musica elettronica pregevole e quindi incasso e proseguo la discussione. Così il simpatico spazzacamino mi chiede che cosa studio e quando scopre che faccio Scienze Politiche comincia a dimostrare tutto il suo cattivo gusto e il suo charme tendente allo zero esclamando “Chissà quanti pompini dovrai fare per trovare lavoro”. Avrei forse dovuto dirgli che se tenta di approcciare una ragazza magari ci sono innumerevoli argomenti facili e poco noiosi da utilizzare prima di passare ai pompini? Decido per gentilezza di far finta di niente, tanto ormai il tipo era perso, e decido di riportare la conversazione su argomenti meno imbarazzanti. Quando scopre che nei miei djset suono rock mi tratta un po’ da sfigata e poi mi dice “Bè, ma dimmi un po’ tipo qual è il tuo gruppo preferito?” “Guarda tesoro, è molto probabile che tu non lo conosca, comunque si chiamano Yo La Tengo” “No guarda non li conosco, fammi un altro nome…” “Ma non saprei, li conosci i Pavement?” “No, dai fammi un nome che conoscono tutti” e io che sono gentile e non mi scandalizzo perché effettivamente se non ti piace il genere magari gli Yo La Tengo e i Pavement non li hai mai sentiti gli dico “Bè, dai i Sonic Youth…” e lui “No dai, ti ho chiesto un nome che CONOSCONO TUTTI!”. Ora porca patata, come è possibile che un ragazzo del 1987 che pure lavora in campo musicale non abbia mai sentito neanche nominare i Sonic Youth?? Scandalizzata gli chiedo se almeno i Clash li conosce e lui mezzo sbronzo mi dice “Essì certo che li conosco i Clash vecchiaaa!”. Ma ormai la discussione mi ha già messo troppa depressione e vado a cercarmi uno spritz da un euro e settanta.
Mentre vago per il campo cercando una faccia amica vedo passare un volto noto, senza capire perché mi risultasse noto. Ho trenta secondi per collegare il volto ad un nickname, un nickname dei tempi in cui non esistevano i Feed, e per pensare che se sbagliassi persona sarebbe la figura di merda più colossale della mia vita e pensare poi che tanto è carnevale e chissenefrega. Così conosco finalmente ilVileNorman ossia il proprietario di uno di quei blog che leggevo al liceo. Dopo un po’ di “oddio” “maddai” ci scambiamo i numeri e ci accordiamo per un caffè il giorno seguente. Tra l’altro scopro che abita proprio di fronte a casa di mio fratello, esattamente sull’altra sponda del Rio (perché di Canale a Venezia ce n’è uno solo, come di Piazza, tutto il resto viene chiamato rispettivamente Rio o Campo).
Dopo un altro po’ di tempo in Campo ce ne torniamo a casa, giochiamo a uccidere gli zombie con il Nintendo Wii e poi io mi accomodo nel letto infilato nel tetto e dormo malissimo fino al mattino seguente, quando esco per prendermi il caffè programmato la sera prima e fare un giro per Venezia intavolando una costruttiva conversazione su “che fine orribile hanno fatto i compagni delle medie che ci prendevano in giro” (a fare le pulizie a casa delle signore anziane, in America con Scientology o a fabbricare piste per piccoli skate che si guidano con le dita).
Dopo pranzo vado con mio fratello a vedere lo IUAV che è un edificio enorme pieno di aule vuote. Mi collego a internet per vedere se il relatore mi ha risposto e il relatore non mi ha risposto. Pazienza. Intanto guardo le foto della festa di carnevale di Interzona.
Verso le sette andiamo a prendere la Phlo in stazione e ci prendiamo uno spritz tornando a casa. A casa le coinquiline di mio fratello hanno preparato una super cena e hanno anche comprato una discreta quantità di alcolici. Mio fratello si dedica al mixaggio preparando due bottiglioni di coca rum e due bottiglioni di vodka lemon. Le sue coinquiline si vestono da Spice Girls e siamo pronti per andare in Campo.
Verso mezzanotte salutiamo la Phlo e io e Paolo scappiamo verso Rialto dove ci attendeva Arianna / alba meccanica, una simpatica ragazza che spero di conoscere da sobria, un giorno (io sobria, non lei). Finiamo il bottiglione di coca rum mentre scocca la mezzanotte e quindi il suo compleanno. Guardo l’acqua che sale, fotografo le mie scarpe bagnate dalla mia prima alta marea a Venezia. Poi me ne torno in campo con mio fratello. Lì lo perdo e incontro invece Alessio, ossia il mio co-dj a Interzona il quale mi dice che stava andando ai Magazzini del Sale. E io lo seguo, senza pensare che non sapevo dov’erano i magazzini, che non sapevo dov’era mio fratello, che non sapevo tornare a casa, che non avevo le chiavi di casa, che ero sbronza, che era l’una, che la mattina alle otto avevo il treno, che il treno doveva portarmi a Bologna, che alle undici a Bologna avevo ricevimento con il relatore eccetera eccetera.
I Magazzini del Sale erano pieni di gente. Scoppiavano e la musica non si sentiva. A questo punto della serata i ricordi si fanno abbastanza confusi. Ricordo che un dj malefico ha cassato a metà una canzone dei Buzzcoks  che stavo ballando con spensieratezza, ricordo che forse mi sono presa un bicchiere di vin brulè, ricordo che forse ad un certo punto mi sono un po’ imparanoiata per via del treno e dopo aver salutato Alessio e ilVileNorman me ne sono uscita dai Magazzini, ho guardato l’immensa distesa d’acqua davanti a me, ho pensato che Alessio mi aveva appena detto “Vai verso le Zattere”, ho ripensato a due anni prima quando Alex mi aveva detto “Queste sono le Zattere”, sono andata verso le Zattere, ho fermato il primo tizio che passava e l’ho seguito fino a Campo S. Margherita. Arrivo a casa, mi butto a letto vestita e cerco di dormire.
Alle quattro e mezza mi arriva un messaggio di Giulio Rasi che odio ma che perdono.
Alle 6.50 mi sveglio o forse semplicemente mi alzo perché non credo di aver dormito. Faccio lo zaino, rubo una brioche e vado in Stazione.
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Arrivo a Bologna, vado in bagno del dipartimento di Storia, mi lavo e mi cambio come una vera punk’abbestia. Alle undici sono in ufficio dal relatore che mi firma l’autorizzazione alla laurea. Me ne esco e vado a gettarmi su un tavolo del dipartimento di Economia. Dopo un po’ giunge la mia amica Gloria la quale, provando pietà per me, mi concede le chiavi di casa sua, affinché il mio corpo recuperi un aspetto normale. Tocco il suo letto alle 14.00 e mi rialzo alle 19.00, giusto in tempo per l’aperitivo. Vado quindi subito al Bar di Maurizio, mi siedo e appena a metà spritz mi arriva un messaggio che mi comunica che sono usciti i voti di Politica Comparata. Panico! Esattamente dopo trenta secondi mi chiama Irene che stava venendo lì. La blocco, le chiedo se ha il portatile, le dico – Ferma lì che ci vediamo in facoltà tra dieci secondi che devo assolutamente controllare una cosa. La facoltà era ancora aperta per via di un raduno di studenti sovversivi. Raccatto una birra e accendo il Toshiba. Aspetto aspetto, mi chiedo come cacchio faccia un portatile comprato un mese fa ad essere così lento, inserisco la matricola, il pin e dopo un altro po’ d’attesa compare uno scintillante 27. Chiedo a Irene di controllare, chiedo a Irene come mi chiamo, realizzo che finalmente ho finito gli esami e comincio ad abbracciare tutti. Torno da Maurizio e ordino cinque spritz, rubando anche lo “sconto ultimo esame” al barista simpatico che di solito ha la maglietta degli Smiths. Poi però ci cacciano fuori offrendoci cicchetti. Io prendo un Montenegro sperando che mi faccia passare il mal di gola che mi sono presa correndo per le Zattere. Vado a letto abbastanza presto.
La mattina esco, vado a verbalizzare, pranzo con Matteo, compilo il questionario AlmaLaurea, stampo la ricevuta e insieme alla mia mitica Bongio, tramite un’azione perfettamente coordinata, riusciamo a superare le due code dell’Ufficio didattico e della Segreteria Centrale, portando a termine la burocrazia in tempo per il treno delle 18.10.
Così, me ne torno a casa, carica, con una trentina di pagine da scrivere ma soprattutto un djset sabato sera dopo i Mojomatics che sarà più felice di tutti gli altri miei djset messi insieme.
Yeah!

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Comments (5)

  1. astrolabbiocco ha detto:

    mai visti così tanti link in un tuo post!

  2. utente anonimo ha detto:

    quoto (penso che sia la prima volta che uso questa parola in vita mia)
    "Alle 6.50 mi sveglio […]  e vado in stazione"

    alle 7 e 20 come da appuntamento sono di fronte a casa di paolo e tah dah… nessuno risponde. questo ha voluto dire un’ora e mezza di vagabondaggio fino a san Marco e oltre fino alla biennale, dove ho conosciuto una troupe televisiva giapponese che stava girando uno spot.

    tu non sai cosa mi è successo quella notte… verso le 5 devo avere fatto pena un tizio che era il sosia sputato di Alberto Stasi e mi ha lasciato dormire accasciato sul tavolo della sua cucina, per venire svegliato alle 6 dall’urlo terrorizzato di una ragazza che entrava per prendere da bere e ha visto questo cadavere (il colore della pelle come sai è quello) steso sulla tavola da pranzo…
    e mi sono preso una bronchite assurda che mi sto ancora portando dietro…
    e un herpes genitale…

    ti odio ma ti perdono.

    :-)

    ti va se ci troviamo e nella stessa location, stessi vestiti e stesso tutto giriamo qualche altro video tipo Femme Fatale? un remake un tributo? senza troppo impegno serio… tanto abbiamo già sperimentato che su internet si bevono di tutto…)

  3. verdeanita ha detto:

    ahah Giulio! il probleamè che mentre di davo appuntamento alle sette venti ero ovviamente già sbronza e me lo dimenticai. In realtà l’ultimo barlume di sobrietà ti aveva dato un appuntamento abbastanza realistico… tipo mi sveglio alle sette e faccio colazione, quindi alle sette e venti sono ancora lì. Invece anche la cucina di paolo era popolata da esseri misteriosi e fu appunto per non svegliarli che raccattai la brioche e fuggi per calli. Mi dispiace cavolo. Quella notte sei stato praticamente il mio personaggio parallelo, di cui sapevo l’esistenza e che stava facendo le cose a caso come me, e che non ho mai incontrato.
    Per il video, sì. che stile! Facciamo Afterhours, così canto (scherzo).

  4. verdeanita ha detto:

    infatti ci siamo presi entrambi la bronchite.

  5. utente anonimo ha detto:

    Fuck Yeah Giulio Rasi.

    Miquele.

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