Il tredicesimo mese
Scritto da verdeanita il luglio 13th, 2011 | Leave a comment

Oggi scade la mia Monatskarte, il che vuol dire che è un mese che sono a Berlino.
Di questo primo (o tredicesimo) mese a Berlino voglio ricordare:
– che, nonostante gli eventi che in questa città hanno impastato il mio cuore, la cosa più destabilizzante del “tornare” è stato arrivare a Tegel e non a Schonefeld;
– questa estate, che non ha voglia di arrivare, e questi fine settimana durante i quali ho vagato per mercatini con la mia macchina fotografica, cercando di immortalare la città sotto questo cielo sempre tendente alla tempesta;
– quel venerdì dopo la prima, vera settimana lavorativa della mia vita, quando sono andata a Mauerpark e mi sono sentita triste e ho deciso che Mauerpark mi piace di più nei giorni che non sono la domenica;
– Fête de la Musique allo Yaam con Jule, quando ho intravisto un tizio che avevo già visto e ho realizzato che ci eravamo conosciuti due mesi prima, a Tartu, in Estonia;
– il mio ufficio, per cui potrei usare un sacco di superlativi. E quel giovedì sera che ho deciso di fermarmi alla terza birra e allontanarmi da qual party anni ‘90, perchè la mattina dopo sarei dovuta essere nuovamente lì alle nove. Sì, la birra e il party anni ‘90 erano in ufficio;
– Görlitzer Park, una sera calda, verso il tramonto. C’era un amico di Katie dall’Australia che era appena stato in Svezia e fotografava l’oscurità, che, a detta sua, non vedeva da dieci giorni.
– “Blue Monday” all’inizio di un djset. Lo so, è banale, ma io adoro questa canzone e tutte le volte mi sento gioiosamente stupida.
– Quel martedì che vagavo sola al centro commerciale perchè nessuno voleva venire con me alla Direktorenhaus e ho incontrato per caso un ragazzo svedese che avevo conosciuto l’estate scorsa e che era appena tornato a Berlino. L’ho accompagnato a comprare delle scarpe e poi siamo andati insieme alla Direktorenhaus, dove c’erano delle cose bellissime
– Il concerto dei Jersey allo Schokoladen, scoperto esattamente dieci minuti prima di uscire dall’ufficio. Arrivare con un’ora d’anticipo e trovarsi faccia a faccia con il batterista dei Notwist a cui avrei voluto dire “Ma io ti amo dal 2008!” e dirgli invece “Se manca ancora un’ora vado anche io a mangiare un trancio di pizza a Rosenthaler Platz”;
– Amichetti dei tempi lontani che erano qui di passaggio. Rocco l’ho visto per circa 20 minuti, il tempo di una Zupfkuche. Con Fede ho fatto in tempo a farci colazione e a fargli valicare il confine Kreuzberg – Freidrichshain. Lui poi è partito verso Lipsia, io verso Potsdam.
– andare a Potsdam completamente a caso, o per un motivo troppo stupido per essere reso noto. Mi fa piacere sapere che sono ancora in grado di fare queste cose;
– il balcone a casa di Elisa e il vino sul balcone a casa di Elisa;
– la poltrona verde zu verschenken abbandonata sulla Schönauser Allee.

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