The last sunny weekend
Scritto da verdeanita il settembre 29th, 2011 | 1 comment

rullino #5
Il mio primo openair è stato anche l’ultimo giorno che stiamo stati insieme. Mi ricordo la mirror ball a Mauerpark. Il mio secondo operair è stato a Grenzallee. Questo nome mi suona un po’ come “la strada di confine”, ora che so il tedesco. Era uno dei primi giorni che avevo smesso di indossare la giacca e potrei quindi identificarlo come uno dei primi giorni d’estate. Grenzallee è a Neukölln e il posto dove eravamo era in mezzo ad una zona industriale, tra l’autostrada e un canale. Lungo il canale c’era un divano e la riva si trasformò così in un piccolo salotto. Era marzo.

Gli openair li faccio coincidere con la mia estate. Un’estate invernale, fatta di cieli grigi e tanta pioggia. E di gente che ballava in ogni dove.
“Sai, la musica elettronica ora io l’associo ai pomeriggi al parco”.
Questa estate ho ballato lungo i fiumi, tra i cespugli dei parchi, in parchi di divertimento abbandonati.

“L’estate ha fatto veramente schifo, ma l’autunno sembra essere cominciato bene” dice Jan mentre mi stappa la birra.
Avevo visto il sole e, preoccupata dall’inverno, nonostante le poche ore di sonno, avevo trascinato Jan e sua sorella fuori di casa. “Un operair, andiamo ad un open air, che è l’ultimo weekend di sole e io voglio ballare lungo i fiumi”.
E così siamo tornati a Grenzallee. Il divano era ancora lì. (more…)

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Montag oder Mittwoch #4 – Occupare tanto per e, al contrario, l’UfaFabrik
Scritto da verdeanita il settembre 27th, 2011 | Leave a comment

Nuovo post sul rinnovato Soft Revolution.
Questa volta però non avevo una foto, quindi qui incollo il nostro bellissimo gatto.


Parlo ovviamente di Berlino, ma anche dell’UfaFabrik, di Associazione Culturale Interzona e di Trans Europe Halles
Fate un giro, leggete, aggiornate i feed, diventate fan su Facebook.

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Il concerto di Pelle Carlberg è stato annullato (e sai che novità).
Scritto da verdeanita il settembre 20th, 2011 | Leave a comment

Ti adoro Berlino, quando mi regali questi sabati di settembre così perfetti e caldi. Ti adoro anche quando poi la domenica piove, e io me ne sto sul divano a lamentarmi e a cercare qualcosa da fare e quando la trovo è qualcosa di bellissimo e inaspettato e corro al telefono a chiamare tutti e dico “No, non hai capito! Devi venire!” e tutti prima dicono che non possono e poi, invece, ci si vede ad un quarto alle sette a Rosenthaler Platz, che è uno dei posti che adoro di più.

Il concerto di Pelle Carlberg al Roter Salon era stato annullato. E così lui si era ritrovato a suonare un concerto improvvisato in un locale piccolo piccolo nella via parallela allo Schokoladen. La sala era proprio minuscola e assomigliava ad un piccolo cinema. Il concerto doveva finire alle otto e mezza appunto per via di un film che deve cominciare. In apertura suonava Norman Palm, che mi dice che è una cosa improvvisata: la ragazza che si occupa dei concerti allo Schokoladen ha organizzato questa serata perché il concerto al Roter Salon è stato annullato. Ma pensa, dico io, la prima volta che ho sentito Pelle Carlberg, che poi è stato anche come l’ho conosciuto, era successa esattamente la stessa cosa. Me lo ricordo benissimo. Era ottobre del 2007 e io mi ero appena trasferita nella casa di via Ferrarese e a pochi passi aveva aperto il Locomotiv e tutte le sere io cercavo di convincere le mie coinquiline a seguirmi. Quella sera, non so come, ce la feci. Eravamo tutte lì a vedere questo gruppo di cui non sapevamo nulla ma di cui ci piaceva il nome. Pelle Carlberg avrebbe dovuto suonare a Cesena, ma il suo concerto era stato annullato. Così quella sera suonava al Locomotiv, in apertura a questo gruppo con cui non c’entrava assolutamente nulla e che non ci piacque per niente. Pelle Carlberg invece ci piacque moltissimo. Piacque soprattutto a Giulietti, che finì col seguirlo pure in Spagna. Domenica sera a Berlino c’era anche Elisa, che mi aveva seguito anche quella sera di ottobre a Bologna. Chiamammo Giulietti e le facemmo sentire tutta una canzone, col cellulare infilato tra le poltrone del cinema.

(Dopo il concerto presi il tram, direzione Ostkreuz e poi oltre, per tornare al Sisyphos Festival di cui già recavo il timbro sulla mano. Si svolgeva in uno dei tanti posti vuoti, che a Berlino ancora abbondano, soprattutto più si procede verso Est. Sabato c’erano tre stanze aperte e dal soffitto di una di queste pendevano tantissime mirrorball gigantesche. Domenica sera c’era invece una sola stanza ancora aperta, con un immenso lampadario fatto di lucine, specchi e lampade ammucchiate a caso. Una cosa tipica berlinese. Come è una cosa tipica berlinese riempire i posti vuoti e ballare ad ogni ora. Non mi sentii quindi per nulla sfigata, quando, appena alle undici e un quarto, presi il tram in direzione contraria)

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