Un disco stagionato in legno biologico
Scritto da verdeanita il novembre 13th, 2011 | Leave a comment

Ancher @ Film Festival Lessinia
Al concerto degli Ancher all’Emporio Malkovich mi ero quasi messa a piangere. Era Natale, gli Ancher suonavano e il locale era pieno come non l’avevo mai visto, di volti noti e amichevolmente bellissimi. Mi era venuta in mente qualla volta che, fuori dal Locomotiv a Bologna, una delle voci più conosciutissime della “musica indipendente italiana” aveva descritto l’Emporio con entusiasmo: “Cioè, pensa: questo locale è nella cantina della casa di un tizio”.
Potrei spiegarti della musica in Italia. Potrei dirti i nomi di band e riviste specializzate. Poi, parlando più a fondo, scopriresti che metà delle band che ti ho citato sono formate da persone che conosco e che buona parte delle recensioni di quei giornali sono scritte da persone di cui ho il numero di cellulare o che è mia amica su qualche social network.
E poi non è un problema di qualità, di competenze. E’ proprio un problema che siamo in quattro gatti e che le cose, anche le più belle, difficilmente escono dallo stivale.
Mi viene da piangere, mi era venuto da piangere quella sera perchè quello che vedevo e sentivo era talmente bello e talmente sprecato.
C’erano queste strutture post-rock e suoni sognanti e immagini di posti che che conoscevo bene sparpagliate e frullate e dipinte da tinte forti e dissonanti come le chitarre e le voci che ci stavano sopra. Anche se erano in italiano, lingua che io ritengo pesantissima, se appoggiata ad una melodia, erano leggere e si infilavano dolcemente su tutte quelle cose, quei pedali, quei cavi, quei colori, quel theremin, quelle sedie, quelle persone.
E poi avevo ripensato a quella sera alla Casetta, che era mezzanotte passata da un pezzo e loro mi chiedevano se era ora di smetterla e io gli dicevo – no, vai avanti, andate avanti quanto vi pare – e a quanto era stato bello.

Verdelegno è il primo disco degli Ancher. Lo aspetto dalla seconda liceo ed è uscito finalmente l’11 novembre per Manzanilla. Un giorno dopo il mio compleanno. La copertina è in vero legno di pino austriaco e anche il contenunto non è niente male.

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