Di cose così
Scritto da verdeanita il maggio 28th, 2013 | Leave a comment


Stamattina mi sono svegliata presto per andare a correre ma poi pioveva e sono rimasta a letto. E poi però ho mandato un paio di mail per dire che quest’anno non mi candiderò alle commissioni per Interzona. Che non è una cosa inaspettata, visto che la vita a Berlino mi succhia sempre più. Però visto che sono tutte cose collegate anche a quel posto amabile ho voluto dire due paroline a chi di dovere.
Su Soft Revolution è poi uscito un post sulle donzelle che mettono i dischi, quindi ve lo segnalo.
A Interzona ora stanno suonando i Liars e io però ho passato la sera a mandare mail tra Germania e Slovenia, a chiamare a Brema e a Monaco e ad ascoltare nuovi provini di gruppi ancora misteriosi.

Qui sotto il nastrone uscito insieme al post, con tre pezzi scelti da me:
Fake P – Last
Arcade Fire – Rebellion (Lies)
The Breeders – It’s the Love

C'è molta letteratura sul concetto di "ballabilità" from softrevzine on 8tracks Radio.

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La città era libera
Scritto da verdeanita il maggio 24th, 2013 | Leave a comment


C’è che il tempo va troppo veloce e non riesco a starci dietro. È già passato così tanto tempo da quando eravamo scappate a Dresda e faceva così freddo che dovevamo abbracciare la stufa, è passato così tanto tempo dal giorno in cui Giulio Rasi si comprò uno smartphone e andammo a giocare a bowling dall’alto lato della città.
La città era libera e io ero sola e così mio fratello è venuto a trovarmi e c’è stato anche il compleanno di Heiko e poi la mia casa è stata invasa anche da giganteschi suonatori di ukulele.
Era una delle mie prime settimane del mio nuovo lavoro. Il nuovo lavoro è in un posto meraviglioso. La strada per andare al nuovo lavoro passa praticamente attraverso un bosco lungo il fiume, ovvero è praticamente identica alla strada dietro casa mia a Verona. C’è anche un gigantesco scivolo di metallo e la prima volta che ne ho sentito parlare non credevo che i miei amici si riferissero veramente ad uno scivolo gigantesco e pensavo che la parola “slide” si riferisse anche a qualcos’altro.
I miei amici hanno suonato con Julie Doiron, te suonerai con i miei amici, te mi avevi scritto il suo nome sulla mia agenda scrausa, la sera che eravamo andati a vedere gli Yo La Tengo e che poi avevamo fatto tardi in un bar di Weserstrasse. Il giorno che avevo messo insieme anche solo due puntini di questo contorto accadimento mi era parso che tutto stesse collassando. Era anche il giorno in cui la città si liberò e io scrissi sulla mia agenda scrausa due teorie contrastanti, di cui una, però, incredibilmente positiva.
Qualche giorno dopo rubavo Kinder Cioccolato al catering di Mount Eerie ed ero tutta contenta e all’ingresso parlavo in tedesco e in inglese e poi erano arrivati degli italiani e avevo parlato in italiano e dopo di loro era arrivato un mio amico che avevo conosciuto a Belgrado e così avevo anche parlato serbo e mi sono sentita forte e poi la persona che è arrivata dopo di lui era l’ultima persona che volevo e speravo di vedere a quel concerto e mi sono sentita fragile e per tutto il tempo ho pensato che lei capisse tutto meglio di me.

1. Put a Light On – Generationals
2. Ten Dark Wednesday – C+C=Maxigross
3. Weather Shy – Yo La Tengo
4. Everyone Says – The Brian Jonestown Massacre
5. N Dakota – Parquet Courts
6. Gold Dust – Duster
7. Jenny Ondioline – Stereolab
8. Tugboat – Galaxie 500
9. Soon, Coming Closer – Julie Doiron
10. Poisonous Heads – Chad VanGaalen
11. Godsend – Beat Happening
12. The Living End – Jesus and Mary Chain
13. Holland – The Black Angels
14. Until the Morning – Akron/Family
15. The Worst Taste In Music – The Radio Dept.
16. Moon Sequel – Mount Eerie

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Plenum
Scritto da verdeanita il maggio 1st, 2013 | Leave a comment


Qualche tempo fa Daniele mi ha mandato una mail per un nuovo progetto. Il progetto si chiama Plenum ed esiste già da un mese. È un sito che raccoglie storie e oggi è uscita la mia. Una versione estesa di una cosa che avevo già raccontato.

“Dopo Berlino, Anita Richelli ha trascorso alcuni mesi a Belgrado. È scesa da una città segnata dalle cicatrici di guerre mondiali e guerre fredde a un’altra, segnata da altre cicatrici, più mutevoli e recenti. Un posto dove, come a Berlino, i confini si muovono quasi letteralmente sotto i tuoi piedi e dove insoliti incontri riconciliano, quando meno ce lo si aspetta, la storia balcanica con quella tedesca. Continua

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