Scritto da verdeanita il dicembre 19th, 2005 | 3 comments

Grande idea andare a pagare un bollettino l’ultimo giorno del pagamento dell’i.c.i.
La coda è durata il tempo di una canzone (Thick as a Brick!!!).
Se poi pensiamo che stavo facendo la coda per pagare l’acconto della gita scolastica… immaginate la mia gioia.
[Visto che qualcuno me l’ha chiesto (e poi magari volete venire anche voi, per allietare il mio viaggio) la meta della gita è l’Andalusia e, nello specifico, Cordoba, Siviglia e Granada]
Comunque le cose belle ci sono: il mio nuovo moleskine dove, sui primi giorni del nuovo anno, ho scritto “siena” per cinque volte di fila, e poi questa meraviglia, che ho visto solo in foto, ma su cui spero di fare presto un giretto.

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piantina sociale della Terza Ci
Scritto da anita51 il dicembre 18th, 2005 | 3 comments

 

 


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Scritto da verdeanita il dicembre 13th, 2005 | 2 comments

Della gita in Spagna della Terza Ci e di altre vicissitudini.

La Terza Ci, classe in cui ho soffocato due anni e mezzo della mia esistenza, è una classe anormale.
A causa del loro comportamento poco consono non sono mai stati portati in gita (neanche in quelle di un giorno).
Dei professori più buoni di altri però, dopo cinque anni di ripetute richieste, un po’ per pena un po’ per esasperazione, decisero di accontentare quel branco d’acefali.
La meta decisa dalla classe fu la Spagna, terra che, per quanto bella, c’entra poco con il programma che stiamo svolgendo.
Qualcuno, sussurrando, propose la Grecia. Molti chiesero scandalizzati “Grecia? Che cosa c’è in Grecia?”. Dopo quattro anni e mezzo di Liceo Classico.
[Ci fu anche chi, in mezzo a tante proposte senza senso, che privilegiavano palesemente l’aspetto ludico a quello culturale, propose Belgrado].
Immaginate la mia gioia nell’apprendere che avrei passato cinque giorni in terra straniera in compagnia di persone con cui, salvo rari casi, è impossibile stabilire un dialogo costruttivo.
Già mi vedevo, pagare il supplemento per una singola e passare la gita con l’iPod perennemente acceso, lamentandomi mentalmente del peso della mia macchina fotografica con relativi obiettivi.
Questa tristezza latente durò il tempo di scoprire che saremmo andati in gita con una classe del linguistico, composta da varie persone di mia conoscenza.
La prospettiva era decisamente più attraente.
La professoressa di Religione era una degli accompagnatori.
Due sabati fa, durante una sua lezione, la maleducazione dei componenti della Terza Ci raggiunse l’apice.
Mentre una mia compagna di classe cercava di spiegare la complicata trama dei Fratelli Karamazov, loro si disposero tutti in ultima fila e parlocchiarono, fecero disegnini, scattarono foto con il cellulare, si alzarono per parlocchiare meglio eccetera.
Anche dopo ripetuti richiami il mormorio non cessò e divenne rumore distinto e divenne chiasso.
Esasperata, alzai rumorosamente la sedia e la ributtai pesantemente per terra, spostandola a circa venti centimetri dal banco della mia compagna.
Dopo il tonfo della mia sedia in classe si fece un certo silenzio imbarazzato.
Mrs. Muffin, quella donna grassa e brutta che ha sempre da criticare ogni mio comportamento, disse: “Non capisci? Ti serve uno schemino?”
A quella provocazione risposi tranquillamente con un’altra domanda: “Secondo te la trama, oggettivamente, è semplice o complicata?”.
Seguirono altri secondi di imbarazzante silenzio dopodichè lei sussurò impacciata: “Complicata”.
“Bene, ammetti che è complicata.” E poi, facendomi sentire distintamente da compagni e professoressa: “Io questo libro non l’ho letto, è sto cercando di capire, e non ci riesco, perché sono distratta dal tuo comportamento, da quello della gente che si alza, da chi scatta foto con il cellulare. Quindi, sì, mi servirebbe veramente uno schemino”.
Detto questo, mi rigirai verso la mia compagna, le chiesi scusa per l’interruzione e la invitai a proseguire.
Ma loro ricominciarono subito a parlocchiare, e la profe, donna da sempre considerata buonissima, perse sul serio la pazienza.
Il giorno dopo arrivò la comunicazione che, in seguito “a gravi episodi di maleducazione”, lei non ci avrebbe portato in gita.
Ero sì un po’ dispiaciuta, ma mi si stampò in faccia un sorrisetto malefico. Questa era la mia piccola vendetta.
Partii poi per “terre lontane” e passai qualche giorno particolarmente felice dalle parti di Napoli, a casa di Francesco.
Quando tornai, scoprii che, durante la mia assenza, gli amati compagni erano riusciti a prendere due note sul registro e che avevano discusso con la professoressa di religione.
“Nessuno ha urlato” mi è stato riferito. Ma mi è stato anche detto che la profe aveva affermato di avere un “rifiuto epidermico per certe persone”.
Tutti erano irritati, sostenevano che il suo era un comportamento eccessivo, ci fu addirittura che insinuò che lei aveva progettato tutto già dall’inizio, vale a dire che per vendicarsi ci aveva promesso di portarci in gita per poi aspettare il momento propizio per venir meno al suo compito di accompagnatrice. Assurdo.

Alla fine i buoni perdono. Se fosse mancata lei, anche l’altra classe sarebbe rimasta a casa. E fu solo per questo che lei acconsentì a portarci lo stesso.

Si svolgerà, però, un consiglio di classe straordinario in cui saremo obbligati a sottoscrivere una carta di doveri che dovremo rispettare, altrimenti saremo immediatamente rispediti a casa a spese della famiglia.

Tutto ciò sta assumendo retroscena gustosi.
La gita è fissata per fine marzo – inizio aprile.
Seguiranno aggiornamenti.

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