L’angoscia dell’inafferrabile
Scritto da verdeanita il agosto 26th, 2007 | 4 comments

Ovvero: di come Anita decise di cominciare a fumare.
Del campo di reparto mi manca, tra le altre cose, il Lollo che entra in cambusa dopo i pasti, per fumarsi una sigaretta, lontano dai suoi squadriglieri più giovani.
Mi infastidivano i mozziconi lasciati per terra, sul pavimento di erba bruciata della cambusa, in attesa di essere raccolti alla fine del campo.
A giorni alterni cercavo di raccoglierne il più possibile, per buttarli nel castino "Sgauie varie" (spazzatura), imprecando contro i fumatori in generale, e cercando di convincere quelli presenti a smettere.
"Non ho mai cominciato a fumare perchè, oltre a far male, le sigarette sono uno spreco notevole di soldi".
"Pensa" dicevo a tutti "rinunciando a due o tre pacchetti di sigarette potresti comprarti un bel cd, che non fa male, dura di più e fa bene allo spirito".
Generalmente i ragazzi del reparto mi rispondevano che se avevano voglia di musica potevano scaricarsela a scrocco e che quindi il problema non si poneva. Per sostenere la mia tesi avrei dovuto addentrarmi, a quel punto, in una discussione indie-snob riguardante la bellezza del vinile e il senso del Cd e dell’album intero che sarebbe risultata troppo lunga e stressante.
Il mio cervello smetteva quindi di rifletterci e pensava ad altre cose (a mettere su la moka del caffè, a scacciare le api, a indurre la api a suicidarsi dentro un vasetto di marmellata, a cuocere il pane per la nutella e a trovare il giusto dosaggio di caffè, latte e zucchero tale da evitare l’abbiocco post-pasto e di compromettere il mio cuore tachicardico).
Prima di partire lo sapevo che il campo di reparto avrebbe avuto effetti musicalmente devastanti e destabilizzanti su di me.
Io non amo i cantautori italiani, ma al campo scout li canto con passione.
I Guns’n’Roses mi stanno antipatici, ma ho cantato anche quelli.
Strairway to heaven l’avevo chiusa nel dimenticatoio, ma al campo ho chiesto spesso al mio angioletto Evry di suonarmela.
Io odio isolarmi, ma nei momenti di nostalgia acidopastellica mi sono messa in mezzo al prato a grattare le corde della mia chitarra mancina, suonando canzoni sconosciute ai presenti.
Poi sono tornata a casa, e mi sono trovata indecise tra l’accendere il pc e aprire iTunes, l’infilare un cd nell’hi-fi o il posare un vinile sul piatto.
Ero famelica. Avrei voluto mangiare tutti i miei dischi. Ingoiarli tutti in una volta per averceli dentro una volta per tutte.
E mi sono guardata intorno, cercando di scegliere. E ogni volta che ero sul punto di farlo pensavo agli effetti che quella musica avrebbe avuto su di me e rimettevo il disco al suo posto.
Alcuni dischi mi fanno troppo male.
 I miei dischi preferiti non li ascolto mai perche mi fanno troppo male.
C’è troppa vita in quei pezzi di plastica.
E la nostalgia mi divora. E ascoltare musica mi rende nostalgica. Ascoltare musica mi divora.
Mi sono detta: sei sicura che coprare questi dischi ti abbia fatto meno male che fumare un pacchetto di sigarette?
Sono fuggita dalla dipendenza del tabacco e mi ritrovo dipendente dalla musica. Ho evitato il catrame nei polmoni e ho il cuore pieno di malinconia.
Credo che da stasera comincerò a fumare. Ma forse il danno è troppo profondo.

Ascolto le luci della centrale elettrica
 
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che coglioni myspace
Scritto da verdeanita il agosto 8th, 2007 | Leave a comment

Ciò che gli Acido Pastello, allo stremo delle forze, scrissero sul loro myspace:
Anita, Michele e Giulio (ossia gli Acido Pastello al gran completo) hanno passato la giornata a litigare col mio spazio, tentando invano di fare l’applodin del loro primo brano, registrato ieri sera, ovviamente a caso, nella stanza di Giulio, con il microfono sulla sedia, in presa diretta, con un barattolo al posto della batteria.
Il sistema usato per regolare il volume è stato registrare la canzone varie volte spostando i vari elementi del gruppo in giro per la stanza (più o meno lontani dal microfono).
Quindi, visto che ci siamo sforzati parecchio, e myspace ci è ingiustamente ostile, abbiamo deciso di donare a tutti voi un comodo link per ascoltare la canzone senza sclerare.
Cliccate qui e potrete scaricarla.
Inoltre qui troverete una ulteriore narrazione delle nostre gesta.
In questi giorni pregate per noi, e forse la canzone comparirà anche su myspace.

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My Awesome Mixtape e altre storie
Scritto da verdeanita il luglio 15th, 2007 | 4 comments

Una stellina dorata si è appena infilata sotto la tastiera del mio portatile.
Pochi giorni fa mi è giunta una lettera da Londra, con carta da lettere intestata rossa.
Ho litigato di nuovo con il timbro di ceralacca e poi ho risposto. E durante la ricopiatura della bella mi è finita la carta da lettere. Onde evitare di spedire una lettera con un foglio verde e uno bianco e fare la solita figura da proletaria squattrinata con il mio corrispondente capitalista preferisco attendere il lunedì e l’apertura della cartoleria.
Entusiasmata da tale conversazione fisica, spensi il cellulare. Da tre giorni esso dimora esclusivamente nella mia stanza e lo accendo sporadicamente (e quando lo accedo arrivano complimenti su questa mia esibizione dal mio maestro di batteria, il che fa accrescere assai la mia autostima).
Ho passato due giorni nella mia casa di campagna, sede della sala prove, a divertirmi assai.
I nostri mezzi tecnici sono stratosferici. Come non amare il bastone metallico su cui il microfono è malamente legato con dello spago o la lampada fatta passare tra la trave e il soffitto, per farla pendere esattamente sopra la batteria all’altezza della mia bocca, con il microfono incastrato permettermi così di suonare e cantare Today is the day in una bieca imitazione di questo video?
Il mio portatile è da poco tornato in forma e a suo fianco ho posto una economica antennina wireless che funziona magnificamente.
Grazie a lei passo le ore a vagare per blog amici e su last.fm.
E grazie a lei ho scoperto che io di Bologna non ho capito proprio un tubo. Ho passato sì un anno pieno di amore, ma privo di attenzione per i numerosi concerti che si svolgevano nella città dei portici.
La mia testa è sempre stata a Verona. Ma dall’anno prossimo le cose potrebbero cambiare. Prima di tutto perché sono alla ricerca di una casa vera e gioiosa e secondo perché le mie attività batteristiche potrebbero proseguire nella città universitaria.
Cerco un maestro di batteria che sia anche un maestro di vita. Che mi consigli concerti e locali e negozi di dischi.
Ebbi quindi un piccolo lampo di gioia quando lessi sul programma di Ar(t)senale che tra i due concerti da me più attesi (Ancher venerdì e Home questa sera) si collocava l’esibizione di un gruppo “indie pop da Bologna” al quale avrei potuto chiedere informazioni a proposito. E fui un po’ delusa nel constatare sul loro myspace l’assenza del mio strumento nella loro musica.
E passai il pomeriggio a pensare “Ci vado? Non ci vado?”
A questo punto rientrò in gioco la potenza di internet senza fili. Infatti, gironzolando tra i blog della veronasphere trovai un paio di post che mi invitavano in modo imperativo a recarmi all’ex-arsenale.
E ci andai.
E fu uno un concerto bellissimo. Il più interessante e sorprendente finora.
I My Awesome Mixtape erano carinissimi e avevano tutti un cuoricino di stoffa attaccato sui vestiti.
Suonarono in modo assai energico e alla fine erano sudati da far schifo.
Al termine del concerto chiacchierai un po’ con loro a proposito di Bologna (“Abbiamo suonato a Villa Serena” “Ah, sì, ma come si arriva a Villa serena?” “Devi prendere il quattordici” “Che culo, l’anno scorso passava sotto casa mia”). E poi comprai il loro EP. Disponibile gratuitamente su internet e su supporto obsoleto. Perché, mi dissero, che senso ha pubblicare su cd una cosa che si può scaricare da internet? (questo discorso avvalora la mia teoria sul prossimo decesso del supporto digitale)
Comprai quindi il vinile, che essendo composto da sole quattro canzoni, presenta un lato completamente liscio (e la cosa mi entusiasma), e lo abbracciai tornando a casa.

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