Pleonastiche narrazioni musicali – Gennaio 2008
Scritto da verdeanita il febbraio 2nd, 2008 | 2 comments

Tra i miei inutili buoni propositi per l’anno nuovo c’era quello di scrivere due righe per ogni concerto a cui mi fosse capitato di assistere.
Non l’ho fatto finora. E prima che la nebbia della memoria copra il mio cervello ho deciso di provarci.

11 Gennaio – Rosolina Mar @ ArciKroen (Vr)
Il 2008 comincia con una nuova tessera Arci in un nuovo circolo Arci, a Villafranca di Verona.
Il mio papà mi accompagna in macchina, ma guido io. L’ArciKroen è praticamente introvabile. Arrivo comunque ad un orario pseudo-decente, dopo essermi quasi persa il gruppo spalla. Mi accoglie "I heard you looking" e ancora mi pare strano.
Il posticino è un po’ piccolino e io e miei amichetti siamo tutti stipati alla sinistra del palco.
I Rosolini non deludono. Il batterista ha un che di geniale. Loro hanno un che di geniale. La "Mingozo di Mongozo" tanto attesa mi delude giusto un pelino, ma solo perché al Locomotiv era venuta meglio.
[I Rosolina Mar suoneranno il 16 Febbraio a Interzona, con in Trumans Water]
24 Gennaio – Red Worms’ Farm + Dadamatto @ Locomotiv Club (Bo)
Il Locomotiv mi mancava. Scesa dal treno per Bologna mi ritrovo davanti al suo palco nel giro di venti minuti.
Il gruppo che apre è folle. Sono in tre, il batteraio è violento e spacca bacchette (poor bacchette). Io sono buona, quindi non riesco ad apprezzare in toto. Però mi diverto, anche perché tra una canzone e l’altra sparano cazzate a raffica. Poi si mettono anche a usare tastierine e cose così.
Dopo salgono i Red Worms’ Farm che già dal nome incutevano timore. Vederli sul palco mi spaventa un pochino. Il titolo del cd "Cane, Gorilla, Serpente" non mi aiuta. Ma poi mi piacciono assai. Sono due chitarre e batteria ma sanno essere scavanti il giusto. Il suono è solido e deciso.
[I Red Worms’ Farm sono nel "prossimamente" dell’ArciKroen, ma per i fatti che narrerò in seguito nutro seri dubbi sulla mia presenza]
25 Gennaio – Canadians @ Estragon (Bo)
In bici ci metto poco a raggiungere l’Estragon. Ad aiutarmi nel freddo tragitto ci pensano l’amor di patria e l’ingresso gratuito. Poi questo si svela come il concerto più piacevole dei miei conterranei. E’ bello perchè è l’Estragon e il pubblico è adorante il giusto e loro si vede che ci tengono. Meno preciso di quello del Covo, forse per via dell’emozione (loro) che si è sentita tutta. Però "Soon soon soon" ha spaccato i culi. Tutti.
29 Gennaio – Amycanbe @ Sesto Senso (Bo)
Lo sfruttamento delle mie coinquiline prende piede. Martedì sera le convinco a seguirmi al Sesto Senso che per l’occasione è stipato all’inverosimile. Io, dopo averci riflettuto attentamente, decido dove collocare la mia postazione (incastrata tra il tavolino del mixer e una fastidiosa sedia senza alcuna funzione). Il concerto parte bene, con "24 Hours" che è delicata e suggestiva, ma si blocca subito per problemi tecnici. Poi riparte, ed è una bella sorpresa. Gli Amycanbe propongono una musica decisamente piacevole, usano molti strumenti, chitarre, tastiere, e alcune incursioni elettroniche. Ci sono pezzi delicati ma anche canzoni più decise, con l’uso di una batteria non troppo invasiva. Loro sono perfetti. Il locale non rende però.
[Sul loro last.fm si possono ascoltare ben sei brani, e uno si può anche scaricare!! ]
31 Gennaio – Altro + Afraid @ Locomotiv Club (Bo)
Lo sfruttamento delle coinquiline procede. Riesco a portarle fuori anche la sera prima di un esame (l’esame però era mio). Il Locomotiv è pieno come per un grande evento. Sapevo che sarebbe stata una serata cattiva. Però non me l’aspettavo così cattiva.
Aprono gli Afraid. Sono tutti molto carini e vestiti da O.C. ma poi si rivelano con urla e grandi balzi sopra la grancassa. Li ho apprezzati abbastanza, forse perché hanno risvegliato la mia parte cattiva ormai da lungo sopita. O forse perché il batterista aveva una maglietta con scritto "Casa della Moquette – Bussolengo Vr" che vale il prezzo del biglietto.
Seguono gli Altro. Sono loro a lasciarmi più perplessa. Più di muovere la testa avanti e indietro non mi è rimasto molto. Lo so che loro sono così. E in effetti il concerto doveva essere così. Però a me non piacciono queste cose.

Ieri sera ero felice di inaugurare i concerti di Febbraio con i Settlefish all’ArciKroen. La mia carissima coinquilina/accompagnatrice Bongio passa a prendermi un po’ ritardo, essendo appena appena giunta da Bologna (per quantificare l’orario, diciamo che ho fatto in tempo ad ascoltare quasi tutta la puntata di polaroid).
In macchina verso Villafranca l’ammorbo con i miei soliti dischi. E poi, nulla.
Vaghiamo per due ore in cerca dell’Arci. Quando l’ora diventa troppo tarda, anche immaginando il più lungo dei ritardi (perchè i concerti cominciano sempre tardi) ce ne torniamo a casa. Molto, molto deluse.
Il primo concerto di Febbraio diventa automaticamente The Calorifer is Very Hot + Edwood al Locomotiv. Giovedì. Ma tanto non ci sono lezioni il giorno dopo, quindi contiamo di ballare fino a tarda ora.

Categories: diario dalla camera oscura | Tags: , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , |

My Awesome Mixtape @ Covo
Scritto da verdeanita il ottobre 15th, 2007 | 5 comments

Convinsi molta gente a seguirmi, sabato sera. Il mio appartamento si riempi di gioiose figure. Io, la mia cara coinquilina Elisa, Michele, Ilaria e Valeria.
Io e Elisa, poche sere prima, ci eravamo lanciate in una inconcludente perlustrazione del centro di Bologna (comprendente le note mete di aggregazione giovanile, Piazza Verdi e dintorni). Giungemmo ad un unica conclusione: per riuscire definitivamente ad ambientarci a Bologna avremmo dovuto comprarci un cane, forarci la faccia in vari punti, acconciare i nostri capelli in modo improbabile e aggiungere ai nostri accessori una bottiglia di birra a 66 cl. La prospettiva non era invitante.
Quindi sabato sera lei accettò di buon grado di seguirmi verso nuove mete. Michele ci raggiunse perchè incuriosito dal gruppo, Ilaria venne invitata in quanto fan e Valeria fece una piacevole improvvisata. La nostra combriccola veronese si apprestava quindi a raggiungere il Covo.
Consultando la mia fedele piantina di Bologna, che mi ha permesso più volte di trovare un appartamento, individuai il 20 direzione Pilastro come mezzo di trasporto.
Sempre consultando la medesima piantina, a bordo del 20, feci scendere la mia combriccola alla fermata esatta. E, un po’ incerta, condussi i miei amici all’interno del Covo.
Ero spaesata. Bastò un manifesto dei Canadians a farmi sentire a casa.
Il Covo mi lasciò perplessa, con quel suo susseguirsi disordinato di stanzette e la sua dichiarata avversione per la carta igenica. Me lo aspettavo diverso, il Covo, ma era carino. Poi una porta si aprì, rivelando un altro paio di stanzette. E in fondo ad una di queste stanzette si trovava un palco, con sopra gli strumenti e tutto il resto.
Mi appostai sotto di esso e attesi.
Quando i Mam salirono sul palco, io e Ilaria relizzammo che solo tre di loro avevano suonato a Verona. Gli altri erano facce nuove.
E cominciò il concerto.
Percepii lo strano impatto che ebbero i Mam sui miei accompagnatori. Anche io ci misi un po’ a entrare in sintonia con tutto ciò che mi stava intorno.
L’acustica non mi convinceva, ma attribuii questo al rapporto di intimità che avevo instaurato con una cassa spia. Paragonato al concerto di Verona, questo mi sembrava un po’ più cupo.
Dopo questo inizio incerto, canzoni come "Amiga" mi fecero tornare in mente tante belle sensazioni e cominciai realmente a divertirmi. Anche i miei accompagnatori cominciarono a sciogliersi. Quindi la mia ansia da prestazione, ossia l’incubo di trascinare persone ad un concerto a loro non gradito, scomparve.
L’energia che i Mam trasmettono dal palco è enorme, questo l’ho già detto in passato. L’atmosfera era speciale, la gente era tantissima.
Amai incommensurabilmente le canzoni del demo e apprezzai quelle che sentivo per la prima volta. E loro erano sempre teneri con i loro cuoricini di feltro, ma più carichi.
Il concerto è stato chiaramente un crecendo, è andato sempre meglio. Fino alle ultime due canzoni: una versione di "Diderot" cantata avendo come unica base il battito di mani del pubblico e l’evanescente "Me And The Washing Machine" con tanto di coro urlato da tutti i presenti.
Bello, molto bello. Come primo approccio col Covo posso ritenermi soddisfatta.
Elisa fu molto felice di aver trovato un posto apprezzabile. Mi accompagnerà anche la prossima volta, per i Canadians.
Abbiamo scoperto un pezzo di Bologna diverso e più confortante. E ho recuperato il coraggio necessario per entrare di più in contatto con questa città.
Mi sono decisa e ho chiamato un maestro di batteria, un certo Giuseppe. Che mi dice che suona vari generi ma non il metal. E che poi mi chiede "Tu cosa suoni?" e io, non suonando praticamente nulla, interpreto la domanda come un "Cosa ascolti?". Per me non esiste domanda più difficile. Dapprima mi viene da rispondere "Un po’ di tutto" ma immediatamente realizzo che si tratta di una risposta fastidiosa e soprattutto inutile. Il mio sguardo scorre smarrito in giro per la stanza, verso il Mostro Nero che ingombra la cassettiera. Poi si posa sul porta Cd vicino alla scrivania e comincio a leggere i titoli dei dischi, come se fossero scritti su un bigliettino infilato nella tasca dei jeans durante un compito in classe. "Gli Who, i Jethro Tull, i Velvet Underground…" rispondo, approssimando. E poi aggiungo timidamente "…non so se li conosci… gli Yo La Tengo…".

La prima lezione di batteria nella città dei portici è fissata per martedì della settimana prossima.
Inoltre: è tornato l’iPod ed ovviamente è stato ribattezzato Zoran III.

My Awesome Mixtape – Me And The Washing Machine (da polaroid)
Categories: diario dalla camera oscura | Tags: , , , , , , , , , , , , |

E finirono le cuffie della Sala Borsa. (Ovvero: Anita vuole bene ai Canadians)
Scritto da verdeanita il settembre 18th, 2007 | 3 comments
Bologna. Giunsi ieri sera, sola e intimidita nella città dei Portici. Il cadavere dell’iPod Zoran II era rimasto a casa, in attesa di essere consegnato nelle mani medicamentose del personale Fnac. Il mio lettore Cd turchese era nascosto, privo di pile, nei meandri della camera di mio fratello. L’Hi-Fi del nonno era ancora nella Lou Fai. I Cd nuovi e i Cd riscoperti se ne stavano sparsi vicino al mio letto, a Verona. E io sentivo enormemente la loro mancanza.

Oggi, confidai nella Sala Borsa e nei ciddì in prestito. Ma una spiacevole sorpresa mi attendeva.
E’ orribile stringere tra le mani un cd bellissimo e non poterlo ascoltare.

Qui, nella Sala Borsa, hanno finito le cuffie a disposizione del pubblico. E quindi ciccia.
E io avevo un bisogno enorme di rilassarmi con un po’ di musica, dopo l’esame di oggi e in vista dell’esame di domani. E invece silenzio.
A questo punto, per compensare, scrivo di musica.
Sabato, finalmente, vidi un concerto dei Canadians.
Un live piacevole, ma non eccezionale. Il che è spiegabile per diversi motivi. Ad esempio il tastierista non era il loro tastierista (e nonostante questo riuscirono a suonare decisamente bene). E, seconda cosa, il pubblico era, per usare un eufemismo, un po’ freddino. Io stessa mi resi conto, a metà concerto, di aver assunto una mostrusa espressione da stronza.
Ero concentratissima, per nulla rilassata, attenta ad ogni loro movimento. Le mie aspettative nei loro confronti erano altissime, e sabato sera fui particolarmente severa.
Ma mi piacquero. Un paio di canzoni, in particolare, mi piacquero assai (“Soon, soon, soon” e “Last Revenge Of The Nerds”). In ogni caso fu doveroso comprare il Cd (perchè sono un Mtv-girl, mi disse qualcuno, e io risposi: “Non è male Mtv, c’era un articolo bellissimo un paio di giorni fa, su Britney Spears“) e dopo un paio di ascolti realizzai che le recensioni erano tutte vere.
“A Sky with no Stars” è un bel ciddì. Per me non è proprio così esaltante, ma questo perchè ho altra musica nel cuore.
Inoltre nei ringraziamenti compaiono persone che conosco, blog che leggo e programmi radio che ascolto.
E in un certo senso compaio anche io nei ringraziamenti, comprese entro l’entità VeronaBlog. E ho intenzione di tirarmela per questo.
Insomma: io voglio bene ai Canadians, e questa mattina gliene ho voluto ancora di più, perchè stavo facendo colazione nel mio nuovo appartamento vuoto e spoglio e stavo guardando Mtv Wake Up ed ero andata in cucina a prendere il latte, e dal televisore ho sentito “oOlidei” e sono corsa di là e c’era il loro video e io mi sono sentita un po’ più a casa e mi ha messo il buonumore necessario per affrontare per la quarta volta l’esame di Statistica.
E questo episodio mi farà mandare a cagare tutti quelli che li insultano perchè sono finiti su Mtv: il loro indice di baustellità era, ed è, molto alto. Lo sapevamo tutti.
Vi voglio bene Canadians! Non sarete mai il mio gruppo preferito, ma vi voglio bene. Grazie per la spilletta!
Categories: diario dalla camera oscura | Tags: , , , , , , , , , , , , , |