Make things happen! Provoke them!
Scritto da verdeanita il giugno 2nd, 2008 | Leave a comment

Io veramente non saprei da che parte cominciare.

Forse, perso dei meandri di Twitter, c’è ne uno che dice "verdeanita avrebbe voglia di un concerto dei Canadians".
Ma c’è anche la sottoscritta che durante la stagione autunnale ha ascoltato un bel po’ di musica nuova (influenzata dall’ambiente bolognese, è vero) e che quando sentiva una bella canzonicina pensava "Ma come sarebbe bello sparare a volumi obesi questa canzone sul prato della Lou Fai e far ballare la gente".
Ci sono poi gli abitanti della sala prove, i CameraStilo, che mentre io sto dormendo ai piedi dell’Hi-Fi mostro, nella casa bolognese, in preda ai postumi di un venerdì sera qualsiasi (e quindi fatto di concerti) mi svegliano con messaggini cortesi "Stiamo salendo alla Casetta!".
C’è il mio amico Fabio che mi dice che ha messo su un nuovo gruppo e mi chiede "Ci fai suonare?" e io dico sempre di sì.
Ci sono poi io, che mentre me ne stavo dentro la Casetta a suonare la mia batteriola, sento il telefono squillare da sopra il freezer spento e leggo un messaggio appena giunto e mi stampo in faccia un sorriso incredulo.
Ci sono i miei amici che aspettano un’altra super serata, e mi aiutano a tagliare l’erba del prato o a trasportare venti litri di vino rosso. E i miei genitori, che invece di incazzarsi per lo sconsiderato utilizzo della casa sulle colline, mi chiamano e mi dicono "C’è la birra in offerta! Quanti fusti ti servono?" (c’è anche da dire che sono pochi i genitori che partono per un weekend al mare quando sanno che i figli stanno per dare una festa con minimo un centinaio di persone).
C’è poi forse una domenica qualunque sulle colline veronesi resa speciale da tutti questi avvenimenti che si sono rincorsi fino ad incontrarsi.
Non so quali congiunzioni astrali ci abbiano permesso, fino ad ora, di godere durante queste serate, di un tempo splendido.
E’ andata così anche questa volta.
Il sole permissivo mi ha solo fatto sudare un po’ di più, mentre distribuivo ordini su come disporre le luci, gli amplificatori, le cose da bere, mentre creavo dei posacenere dal nulla e applicavo in giro per il campo cartelli minacciosi con le regole da seguire.
Io, lo dico qui, avevo infilato nello zaino un vestito più carino e colorato: non pensavo di passare la sera a fare su e giù dall’entrata alla cucina, con dei pantaloni sporchissimi e i capelli spettinati come nei miei giorni peggiori. Ma non ho avuto un attimo libero. Perchè gli unici momenti liberi che avevo li usavo per parlare con l’amico che non vedevo da tempo o quella persona che in realtà conosco poco, ma che alla fine è venuta qui per la prima volta. Chiedevo "Come stai?", "Come ti pare?". Mi rifacevo dalla stanchezza cibandomi di risposte positive.
Fino al momento in cui sentii il mio nome al microfono e scappai davanti al palco, che non è un vero palco, per sentire una canzone che mi piace moltissimo, con la faccia che mostrava un sorriso che era più una risata incontenibile.
E poi, lo so che adesso narrerò l’episodio più insulso della serata ma fa lo stesso, attaccai il mio malconcio iPod Zoran al mixer e feci partire le danze. C’erano canzoni che avevo messo apposta per determinate persone, ma quando l’iPod mi comunicava che mancavano pochi secondi alla fine di un brano nella mia testa regnava il panico: "Piacerà? Smetteranno di ballare? Mi urleranno di cambiare canzone?". Inutile descrivere la soddisfazione quando ad ogni canzone ballavano di più o mi dicevano "Ma è bellissima!" o direttamente "Ma che gruppo è questo, che spacca?" "Oh, questi sono meravigliosi! Ma dimmi chi sono che io ne so poco". Piccoli momenti di gioia di una scarsa batterista disoccupata.
Per non parlare del momento topico della pizza misteriosamente scovata alle 3 di mattina da un pakistano stakanovista che ha fatto da cornice a (ormai) consueti spettegolamenti sul mondo indie e su chi ha il mixer più grosso.
O della casetta deserta con "Painful" che ci accompagna mentre cerchiamo di mettere a posto.
Non basta questo post a rendere l’idea di quanto sia stata bella e impeccabile la serata. Nella musica, nel tempo, nell’organizzazione, nella gente.
Credo di dovre ringraziare, per prima cosa, i miei genitori che mi permettono di fare queste cose e il mio fratellino Paolo che ha passato la serata all’entrata e poi Max, Fabio, Marre, Giulio, Michele, Anna e tutti quelli che mi hanno aiutato ad organizzare (anche Giulia e Brais che sono passati anche se avevamo già fatto tutto) e ai gruppi che hanno suonato. Un grazie IMMENSO ai gentilissimi ospiti mantovani Andrea e Beatrice (che ha anche preparato due buonissime pentolazze di pasta), a chi mi ha passato canzoncine ballabili, a chi si è portato il bicchiere da casa e non ha buttato le sigarette per terra, a chi è venuto in bici, alle mie coinquiline che sono venute fin da Brescia, perchè questa festa farà parte di goduriosi spettegolamenti negli ultimi mesi che ci rimangono da passare tutte insieme nella nostra casetta bolognese (il djset è stato fatto pensando molto a voi, al concerto di Pelle Carlberg che abbiamo visto a caso al Locomotiv e a tutto il resto). E a tutti quelli che sono venuti!
Alla prossima.
Anita Sfinita

Canzoncine per non dimenticarmele o per dirle se a qualcuno interessa:
Last – Fake P
Summer Drops – Settlefish
Robenspierre – Offlaga Disco Pax
Lie for a Lie – Built to Spill
Panda Loser – The Calorifer is Very Hot
Divine Hammer – The Breeders
Great Dj – The Ting Tings
Standing in the Way of Control – The Gossip
Let’s Dance to Joy Division – The Wombats
Interzone – Joy Division
Time to Pretend – MGMT
This Is How You Spell "Hahaha, We Destroyed The Hopes And Dreams Of A Generation Of Faux-Romantics" – Los Campesinos!
Harder, Better, Faster, Stronger – Daft Punk
A-Punk – Vampire Weekend
I’d Like 2 C U – Envelopes
Salty – Enon
The Lovecats – The Cure
Tiny Cities Made of Ashes – Modest Mouse

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