Make things happen! Provoke them! #2
Scritto da verdeanita il luglio 7th, 2008 | 15 comments

"È perfettamente esatto, e confermato da tutta l’esperienza storica, che il possibile non verrebbe raggiunto se nel mondo non si ritentasse sempre l’impossibile." Max Weber

Il mio iPod sta sempre peggio. Mi diceva che stava mandando una canzone degli Envelopes ma era una canzone di Why? (non mi freghi a me, caro iPod) e in quell’inizio di dj set incasinato la gente urlò: "Sigla!" e partirono le sviolinate dei Los Campesinos! Non siamo un villaggio turistico ma il titolo di quella canzone era troppo lungo.
Ora sono sul regionale delle 16.44 che mi porta a Bologna.
Ho lo zaino pieno di libri e vestiti ma anche di dischi e spillette a buon mercato.
Non ho scritto nulla finora perchè ho pulito e studiato da quando mi sono svegliata dopo il Lou Fai, per la prima volta nel mio letto e non alla casetta.
Avevo sognato tutto? No! Su myspace e twitter erano già comparsi i primi commenti entusiasti. "La Lou Fai è bellissima! Gruppi perfetti! Le zanzare non contano!"
Tutto. Tutto perfetto.
E, senza scherzare, sapere che tutto questo è nato nella mia giovane testolina non mi fa sentire nè potente nè speciale. Mi fa solo sentire bene. Mi fa venire voglia di rifarlo subito anche se mentre stavo mettendo a posto, cercando di differenziare le schifezze, il sole picchiava e mi uccideva.
Ed è bello ritrovare la scaletta dei Fake P in mezzo al prato e ridere per la canzone denominata "belegambe".
Mi sono resa conto che quando bevo sparo un sacco di frasi gradasse. In realtà dentro di me sono stupita e spaventata.
Quanto ho sentito "Fear of You" dal check dei Gonzo mi si è stampato in faccia il solito sorriso ebete e ingenuo. E mi sentivo piccola piccola rispetto a quello che ancora una volta stava accadento di fianco alla mia piccola casetta di legno.
Ho urlato una frase cattivissima a mio fratello, durante la fase relax-spettegolamento del tipo "Lo so che organizziamo insieme, ma lascia che sia io a farmi dedicare le canzoni e a parlare con i gruppi: vai te e a prendere le piadine!" (ero ubriaca).
Invece sono talmente timida che non mi sono scattata nessuna foto, non mi sono  fatta fare neanche una dedica sui dischi, nè ho avuto il coraggio di chiedere esplicitamente un bacio dal mio Fake P preferito (e ottenendolo, in compenso, da tutti e cinque).
Menzione speciale, anche stavolta, per i genitori, che hanno chiamato dalla Croazia per sapere se eravamo a posto con la birra.
Fastidio invece verso il mio cellulare, che ha deciso di non inviare messaggi e quindi qualcuno è rimasto senza indicazioni, qualcuno non è stato rassicurato sul fatto che non c’era nessun problema se portava qualche amico all’ultimo minuto e io non ho potuto mandare i salutini a Polaroid (credo, ma ne ho la quasi assoluta certezza). Se uno dei due capitasse di qua, sappia che era un messaggio carino. Conteneva ringraziamenti e saluti da tutti i presenti (la sottoscritta, i Fake, i Gonzi e buona parte dei Canadians).
Ringraziamenti a tutti. Ai gruppi. A Marre, Pietroldi, Michi, Fabio, Zeno, Giulio, Bongio, Max. Alle cuoche. A mio fratello e ai suoi compagni all’entrata (Alberto, Campa e Corrias). A chi ha portato l’Off e a chi ha portato birra in regalo. A chi si è comportato bene e a chi si è divertito.
Alla prossima.

Gonzo48k – Hi-fi Lovers
[con il timore che scrivero i testi delle loro canzoni al posto delle risposte dell’esame di Teoria e tecniche della comunicazione di massa, visto che studiando ho consumato questo disco]

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Make things happen! Provoke them!
Scritto da verdeanita il giugno 2nd, 2008 | Leave a comment

Io veramente non saprei da che parte cominciare.

Forse, perso dei meandri di Twitter, c’è ne uno che dice "verdeanita avrebbe voglia di un concerto dei Canadians".
Ma c’è anche la sottoscritta che durante la stagione autunnale ha ascoltato un bel po’ di musica nuova (influenzata dall’ambiente bolognese, è vero) e che quando sentiva una bella canzonicina pensava "Ma come sarebbe bello sparare a volumi obesi questa canzone sul prato della Lou Fai e far ballare la gente".
Ci sono poi gli abitanti della sala prove, i CameraStilo, che mentre io sto dormendo ai piedi dell’Hi-Fi mostro, nella casa bolognese, in preda ai postumi di un venerdì sera qualsiasi (e quindi fatto di concerti) mi svegliano con messaggini cortesi "Stiamo salendo alla Casetta!".
C’è il mio amico Fabio che mi dice che ha messo su un nuovo gruppo e mi chiede "Ci fai suonare?" e io dico sempre di sì.
Ci sono poi io, che mentre me ne stavo dentro la Casetta a suonare la mia batteriola, sento il telefono squillare da sopra il freezer spento e leggo un messaggio appena giunto e mi stampo in faccia un sorriso incredulo.
Ci sono i miei amici che aspettano un’altra super serata, e mi aiutano a tagliare l’erba del prato o a trasportare venti litri di vino rosso. E i miei genitori, che invece di incazzarsi per lo sconsiderato utilizzo della casa sulle colline, mi chiamano e mi dicono "C’è la birra in offerta! Quanti fusti ti servono?" (c’è anche da dire che sono pochi i genitori che partono per un weekend al mare quando sanno che i figli stanno per dare una festa con minimo un centinaio di persone).
C’è poi forse una domenica qualunque sulle colline veronesi resa speciale da tutti questi avvenimenti che si sono rincorsi fino ad incontrarsi.
Non so quali congiunzioni astrali ci abbiano permesso, fino ad ora, di godere durante queste serate, di un tempo splendido.
E’ andata così anche questa volta.
Il sole permissivo mi ha solo fatto sudare un po’ di più, mentre distribuivo ordini su come disporre le luci, gli amplificatori, le cose da bere, mentre creavo dei posacenere dal nulla e applicavo in giro per il campo cartelli minacciosi con le regole da seguire.
Io, lo dico qui, avevo infilato nello zaino un vestito più carino e colorato: non pensavo di passare la sera a fare su e giù dall’entrata alla cucina, con dei pantaloni sporchissimi e i capelli spettinati come nei miei giorni peggiori. Ma non ho avuto un attimo libero. Perchè gli unici momenti liberi che avevo li usavo per parlare con l’amico che non vedevo da tempo o quella persona che in realtà conosco poco, ma che alla fine è venuta qui per la prima volta. Chiedevo "Come stai?", "Come ti pare?". Mi rifacevo dalla stanchezza cibandomi di risposte positive.
Fino al momento in cui sentii il mio nome al microfono e scappai davanti al palco, che non è un vero palco, per sentire una canzone che mi piace moltissimo, con la faccia che mostrava un sorriso che era più una risata incontenibile.
E poi, lo so che adesso narrerò l’episodio più insulso della serata ma fa lo stesso, attaccai il mio malconcio iPod Zoran al mixer e feci partire le danze. C’erano canzoni che avevo messo apposta per determinate persone, ma quando l’iPod mi comunicava che mancavano pochi secondi alla fine di un brano nella mia testa regnava il panico: "Piacerà? Smetteranno di ballare? Mi urleranno di cambiare canzone?". Inutile descrivere la soddisfazione quando ad ogni canzone ballavano di più o mi dicevano "Ma è bellissima!" o direttamente "Ma che gruppo è questo, che spacca?" "Oh, questi sono meravigliosi! Ma dimmi chi sono che io ne so poco". Piccoli momenti di gioia di una scarsa batterista disoccupata.
Per non parlare del momento topico della pizza misteriosamente scovata alle 3 di mattina da un pakistano stakanovista che ha fatto da cornice a (ormai) consueti spettegolamenti sul mondo indie e su chi ha il mixer più grosso.
O della casetta deserta con "Painful" che ci accompagna mentre cerchiamo di mettere a posto.
Non basta questo post a rendere l’idea di quanto sia stata bella e impeccabile la serata. Nella musica, nel tempo, nell’organizzazione, nella gente.
Credo di dovre ringraziare, per prima cosa, i miei genitori che mi permettono di fare queste cose e il mio fratellino Paolo che ha passato la serata all’entrata e poi Max, Fabio, Marre, Giulio, Michele, Anna e tutti quelli che mi hanno aiutato ad organizzare (anche Giulia e Brais che sono passati anche se avevamo già fatto tutto) e ai gruppi che hanno suonato. Un grazie IMMENSO ai gentilissimi ospiti mantovani Andrea e Beatrice (che ha anche preparato due buonissime pentolazze di pasta), a chi mi ha passato canzoncine ballabili, a chi si è portato il bicchiere da casa e non ha buttato le sigarette per terra, a chi è venuto in bici, alle mie coinquiline che sono venute fin da Brescia, perchè questa festa farà parte di goduriosi spettegolamenti negli ultimi mesi che ci rimangono da passare tutte insieme nella nostra casetta bolognese (il djset è stato fatto pensando molto a voi, al concerto di Pelle Carlberg che abbiamo visto a caso al Locomotiv e a tutto il resto). E a tutti quelli che sono venuti!
Alla prossima.
Anita Sfinita

Canzoncine per non dimenticarmele o per dirle se a qualcuno interessa:
Last – Fake P
Summer Drops – Settlefish
Robenspierre – Offlaga Disco Pax
Lie for a Lie – Built to Spill
Panda Loser – The Calorifer is Very Hot
Divine Hammer – The Breeders
Great Dj – The Ting Tings
Standing in the Way of Control – The Gossip
Let’s Dance to Joy Division – The Wombats
Interzone – Joy Division
Time to Pretend – MGMT
This Is How You Spell "Hahaha, We Destroyed The Hopes And Dreams Of A Generation Of Faux-Romantics" – Los Campesinos!
Harder, Better, Faster, Stronger – Daft Punk
A-Punk – Vampire Weekend
I’d Like 2 C U – Envelopes
Salty – Enon
The Lovecats – The Cure
Tiny Cities Made of Ashes – Modest Mouse

Blog che parlano della festicciola:
Blog di LemiBlog di FabioBlog di FedeBlog di Phlo –  Blog del NorgeBlog di Chia

Photoblog di Pippo

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Pleonastiche narrazioni musicali – Gennaio 2008
Scritto da verdeanita il febbraio 2nd, 2008 | 2 comments

Tra i miei inutili buoni propositi per l’anno nuovo c’era quello di scrivere due righe per ogni concerto a cui mi fosse capitato di assistere.
Non l’ho fatto finora. E prima che la nebbia della memoria copra il mio cervello ho deciso di provarci.

11 Gennaio – Rosolina Mar @ ArciKroen (Vr)
Il 2008 comincia con una nuova tessera Arci in un nuovo circolo Arci, a Villafranca di Verona.
Il mio papà mi accompagna in macchina, ma guido io. L’ArciKroen è praticamente introvabile. Arrivo comunque ad un orario pseudo-decente, dopo essermi quasi persa il gruppo spalla. Mi accoglie "I heard you looking" e ancora mi pare strano.
Il posticino è un po’ piccolino e io e miei amichetti siamo tutti stipati alla sinistra del palco.
I Rosolini non deludono. Il batterista ha un che di geniale. Loro hanno un che di geniale. La "Mingozo di Mongozo" tanto attesa mi delude giusto un pelino, ma solo perché al Locomotiv era venuta meglio.
[I Rosolina Mar suoneranno il 16 Febbraio a Interzona, con in Trumans Water]
24 Gennaio – Red Worms’ Farm + Dadamatto @ Locomotiv Club (Bo)
Il Locomotiv mi mancava. Scesa dal treno per Bologna mi ritrovo davanti al suo palco nel giro di venti minuti.
Il gruppo che apre è folle. Sono in tre, il batteraio è violento e spacca bacchette (poor bacchette). Io sono buona, quindi non riesco ad apprezzare in toto. Però mi diverto, anche perché tra una canzone e l’altra sparano cazzate a raffica. Poi si mettono anche a usare tastierine e cose così.
Dopo salgono i Red Worms’ Farm che già dal nome incutevano timore. Vederli sul palco mi spaventa un pochino. Il titolo del cd "Cane, Gorilla, Serpente" non mi aiuta. Ma poi mi piacciono assai. Sono due chitarre e batteria ma sanno essere scavanti il giusto. Il suono è solido e deciso.
[I Red Worms’ Farm sono nel "prossimamente" dell’ArciKroen, ma per i fatti che narrerò in seguito nutro seri dubbi sulla mia presenza]
25 Gennaio – Canadians @ Estragon (Bo)
In bici ci metto poco a raggiungere l’Estragon. Ad aiutarmi nel freddo tragitto ci pensano l’amor di patria e l’ingresso gratuito. Poi questo si svela come il concerto più piacevole dei miei conterranei. E’ bello perchè è l’Estragon e il pubblico è adorante il giusto e loro si vede che ci tengono. Meno preciso di quello del Covo, forse per via dell’emozione (loro) che si è sentita tutta. Però "Soon soon soon" ha spaccato i culi. Tutti.
29 Gennaio – Amycanbe @ Sesto Senso (Bo)
Lo sfruttamento delle mie coinquiline prende piede. Martedì sera le convinco a seguirmi al Sesto Senso che per l’occasione è stipato all’inverosimile. Io, dopo averci riflettuto attentamente, decido dove collocare la mia postazione (incastrata tra il tavolino del mixer e una fastidiosa sedia senza alcuna funzione). Il concerto parte bene, con "24 Hours" che è delicata e suggestiva, ma si blocca subito per problemi tecnici. Poi riparte, ed è una bella sorpresa. Gli Amycanbe propongono una musica decisamente piacevole, usano molti strumenti, chitarre, tastiere, e alcune incursioni elettroniche. Ci sono pezzi delicati ma anche canzoni più decise, con l’uso di una batteria non troppo invasiva. Loro sono perfetti. Il locale non rende però.
[Sul loro last.fm si possono ascoltare ben sei brani, e uno si può anche scaricare!! ]
31 Gennaio – Altro + Afraid @ Locomotiv Club (Bo)
Lo sfruttamento delle coinquiline procede. Riesco a portarle fuori anche la sera prima di un esame (l’esame però era mio). Il Locomotiv è pieno come per un grande evento. Sapevo che sarebbe stata una serata cattiva. Però non me l’aspettavo così cattiva.
Aprono gli Afraid. Sono tutti molto carini e vestiti da O.C. ma poi si rivelano con urla e grandi balzi sopra la grancassa. Li ho apprezzati abbastanza, forse perché hanno risvegliato la mia parte cattiva ormai da lungo sopita. O forse perché il batterista aveva una maglietta con scritto "Casa della Moquette – Bussolengo Vr" che vale il prezzo del biglietto.
Seguono gli Altro. Sono loro a lasciarmi più perplessa. Più di muovere la testa avanti e indietro non mi è rimasto molto. Lo so che loro sono così. E in effetti il concerto doveva essere così. Però a me non piacciono queste cose.

Ieri sera ero felice di inaugurare i concerti di Febbraio con i Settlefish all’ArciKroen. La mia carissima coinquilina/accompagnatrice Bongio passa a prendermi un po’ ritardo, essendo appena appena giunta da Bologna (per quantificare l’orario, diciamo che ho fatto in tempo ad ascoltare quasi tutta la puntata di polaroid).
In macchina verso Villafranca l’ammorbo con i miei soliti dischi. E poi, nulla.
Vaghiamo per due ore in cerca dell’Arci. Quando l’ora diventa troppo tarda, anche immaginando il più lungo dei ritardi (perchè i concerti cominciano sempre tardi) ce ne torniamo a casa. Molto, molto deluse.
Il primo concerto di Febbraio diventa automaticamente The Calorifer is Very Hot + Edwood al Locomotiv. Giovedì. Ma tanto non ci sono lezioni il giorno dopo, quindi contiamo di ballare fino a tarda ora.

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