2014 Ohrwürmer Top 5
Scritto da verdeanita il dicembre 28th, 2014 | Leave a comment

“Ohrwurm” è una di quelle parole tedesche bellissime che non esistono in italiano. “Ohr” vuol dire orecchio e “Wurm” è verme. Verme dell’orecchio? In pratica gli Ohrwurm sono quelle canzoni che ti si infilano in testa e che non riesci a smettere di canticchiare o ascoltare. Ecco le cinque canzoni che sono risuonate di più nel mio cervello o nella mia stanza (e fortunatamente anche ai concerti e ai djset) in questo 2014.
Attenzione! Questo post contiene degli spiegoni che potrebbero risultare inutili. Ho deciso di coniare quindi il termine “anitasplaining” per quando vi disco cose che probabilmente già sapete se mi conoscete, tipo che mi piacciono i Notwist o gli Yo La Tengo e chi sono eccetera.

1. Hospitality, “Last Words”
Ero alla Kantine del Berghain prima del concerto di Chad VanGaalen, perché gli avevo appena portato la pizza che avevo amorevolmente preparato per lui. Il concerto si stava approcciando e io girovagavo per il locale che piano piano si stava riempiendo. Ad un certo punto è partita questa canzone bellissima e io sono corsa dal mio capo Andreas a chiedergli cosa fosse e lui ha detto entusiasta: “Vero che è bellissima? È la canzone più bella dell’anno!” e lo è davvero.
Il giorno dopo l’ho ascoltata tutto il giorno e quando il mio amico Torsten mi ha chiesto se avevo qualche richiesta per quel sabato in cui metteva i dischi all’Antje Öklesund io ho detto “Sì, questa!” e così è diventata anche l’ultima canzone che ho ballato a Berlino.

2. The Notwist, “Kong”
La prima volta che ho visto i Notwist ero a Ferrara da sola e ancora non sapevo se sarei tornata a dormire a Verona o a Bologna (e soprattutto come) e non sapevo neanche nulla di loro, a parte il loro ultimo singolo, che a quel tempo era “Good Lies”. Conoscevo una sola canzone ma mi innamorai follemente di loro, durante il concerto. La canzone che mi piacque di più si chiamava “Puzzle” ed era un’esplosione di chitarre e luci e si trovava su “12” (Zwölf!!), uno dei loro primi dischi di quando erano cattivissimi.
Quando il mio capo Andreas mi portò a rivederli (di nuovo grazie, capo Andreas!), a esattamente cinque anni da quel primo concerto, i Notwist suonarono un sacco di canzoni nuove bellissime, tra cui una molto simile (ma anche molto diversa) da quella che mi era tanto piaciuta.
“Kong”, e poi tutto il loro ultimo disco, è per me un perfetto riassunto di tutto quello che hanno sempre fatto, dalle chitarre cattive, alle ballate lente, all’elettronica sofisticata. Ed è stupenda e tutte le volte che la sento potrei mettermi a piangere.
(Ah, è anche la prima canzone che ho richiesto al mio amico Torsten la prima volta che metteva i dischi all’Antje per quella che è diventata la festa danzante più figa di Berlino)

3. Joasihno & JEL, “Hypnotize us”
Come sapete mi piacciono i Notwist (e se non lo sapevate ma avete letto il paragrafo sopra, ora lo sapete). I Notwist hanno influenzato tanti altri gruppi e alcuni loro membri suonano in altri progetti che poi hanno altri progetti eccetera eccetera. Uno dei progetti dei Notwist si chiama 13&God ed è formato da loro e dai membri dei Themselves, che sono un gruppo Anticon (etichetta americana di hip-hop) e che quindi potrebbe non c’entrare un tubo con un gruppo tedesco. E invece!
La cosa che mi piace è che da questa collaborazione ne sono nate altre diecimila e una è questa.
Joasihno è il progetto di un membro degli Aloa Input (Morr Music: grazie Thomas!) e JEL è uno dei fondatori della Anticon.
Un giorno i miei amici Andre e Amande hanno organizzato in quattro e quattrotto un concerto di JEL all’Antje Öklesund e io ho pensato “FIGATA!”.
Alla fine del concerto JEL ha suonato questa canzone e io ho pensato “Ma è Joasihno!” e invece no! Era un collage ipnotizzante di un paio di canzoni bellissime e diversissime ed è stata un’altra canzone che ho ascoltato tantissimo!


Come potete vedere questo 7″ si intona perfettamente con il mio triceratopo. L’ho comprato sul negozio della Morr Music e già che c’ero l’ho svaligiato comprando cose che volevo comprare da una vita. Ci sono ancora sconti! E il Sig. Morr non mi ha pagata per dirvi ciò! (Però nel pacco ho trovato una cosa bellissima che non doveva esserci. #cuori)
Ah, il disco sotto è un vinile dei Jethro Tull, perché io adoro i Jethro Tull.

4. Skiing, “Holly”
La mia amica Amande è indubbiamente una delle persone più cool che conosco. L’ho conosciuta un paio di anni fa e poi è sparita per andare in tour. Ho fatto un tirocinio di 3 mesi nell’ufficio di fianco al suo e lei non si è mai vista perché era sempre in tour. È tornata, le ho chiesto come andava e lei ha detto: “Sto per fondare un’etichetta!”
L’etichetta si chiama Späti Palace. Lo Späti è quel negozio sotto casa che è aperto fino a tardi e dove puoi comprare birra ad ogni ora. L’etichetta è una celebrazione di band locali (ovvero di Berlino), formate da gente che viene dal resto del mondo.
Il primo split conteneva questa bellissima canzone, che ho consumato nei giorni in cui avevo voglia di vedere gli Skiing dal vivo, di nuovo (hanno suonato sia al Down by the River che al Torstraßen Festival, regalandomi in entrambi i casi i concerti più belli della giornata) e ancora non ho capito perché non me lo sono comprata. Comunque appena torno a Berlino chiamo Amande, andiamo a berci una birra e me lo faccio portare.


5. Schnipo Schranke, “Pisse”
Il Down by the River è uno dei giorni più belli dell’anno. Il festival è organizzato da Four Track on Stage ed è difficile dire di che genere di musica si tratti. Ma basandosi sulla tradizione anti-folk da cui nasce si può dire che è un festival per quel genere di musica che non trova facilmente etichette, che è strana, che non troverebbe posto ad un altro festival, che è fatta col cuore.
La band più attesa era questo duo di ragazze tedesche e il fatto di poter capire i loro testi è uno dei motivi per cui vale la pena studiare il tedesco.

Schnipo Schranke – Pisse (OFFIZIELLES MUSIKVIDEO) from Daniela Reis on Vimeo.

 

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Il tradizionale classificone di fine anno
Scritto da verdeanita il gennaio 5th, 2014 | Leave a comment

Che arriva a gennaio perché a dicembre non avevo tempo di scriverlo e soprattutto l’anno non era ancora finito.
Comunque, in ordine alfabetico:


Akron / Family – Sub Verses
Quando sono uscite le prime due canzoni di questo album sono rimasta sconvolta dalla loro bellezza. Poi me lo sono ascoltato un sacco di volte, lungo la strada per l’ufficio che era lungo un canale e in mezzo agli alberi ed era un abbinamento davvero azzeccato.
Aloa Input – Anysome
Quando mi traferii a Berlino non avevo idea di che cosa avrei fatto della mia vita. Non sapevo neanche quali cose ci fossero da fare, a Berlino. Mandai però una lettera scritta con il tedesco di una bimba di sette anni alla Morr Music, etichetta adorabile che ha pubblicato tanti dischi che adoro, chiedendo se avevano qualche lavoretto per me. Non ottenni mai risposta, però continuai ad amarla.
Per qualche strano motivo ignorai il concerto di presentazione di questo disco. Lo ascoltai qualche settimana più tardi per qualcosa come quindici volte di seguito perché era bellissimo e perché suonava come le cose che pubblicava la Morr Music anni fa, ma anche come tante cose che mi piacciono adesso.
Arcade Fire – Reflektor
Sull’uscita di questo disco si potrebbe scrivere un saggio di marketing. Il singolo è uscito sotto falso nome in posti misteriosi e a caso. Per andare ai concerti bisognava vestirsi in maschera (io ero e sono totalmente favorevole a questa cosa!). La loro partecipazione al Primavera è stata annunciata su cartelloni enormi (e questa volta invece ero un po’ perplessa). E poi il disco è una figata e tutte le volta che lo ascolto penso “Cavoli, è proprio bello, cavoli, sono veramente dei geni”.


The Black Angels – Indigo Meadow
Per strane coincidenze ho visto i Black Angels dal vivo un bel po’ di volte. Non questa volta, però. Da un lato perché suonavano la stessa sera dei Tame Impala e per prendere una decisione mi sarebbe esploso il cervello, dall’altro perché comunque il concerto era esaurito. Il disco comunque era una figata e insieme a quello degli Akron / Family è stato la colonna sonora delle passeggiate in ufficio per pseudo boschi.
The Burning Hell – People / Old, New, Borrowed, Blue
Un giorno racconterò per bene come ho conosciuto questi cinque adorabili canadesi. È una bella storia che comincia con io che attacco bottone con un tizio sulla metro, ma è davvero troppo bella per essere raccontata in una classifica di fine anno. Fatto sta che questo disco l’ho sentito più dal vivo che dal giradischi e che diventava più bello ogni volta, perché loro spaccano davvero e sono davvero contenta di averli fatti suonare alla Casetta Lou Fai (e poi li ho anche seguiti a Venezia perché quanto figo è andare in tour in Italia e fare un concerto anche a Venezia?).
Oltre al disco vero e proprio è uscito anche un EP che contiene, come dice il titolo, canzoni vecchie, nuove e prestate. E quella prestata è stata la canzone che ho ascoltato di più questa estate.

C+C=Maxigross – Ruvain
La prima volta che ho visto i C+C=Maxigross era alla Casetta Lou Fai ed era il loro secondo concerto e pensai: “Belli, cavoli!”. E dopo un EP molto bello è uscito un disco bellissimo, che è questo e che ho ascoltato tantissimo (sì, anche questo mentre andavo in ufficio in mezzo ai boschi).
E sono anche contenta e orgogliosa di averi portati a suonare fuori da Verona (con il mio piccolo Lou Fai Booking in collaborazione con Modernista). Avrei voluto seguirli in Croazia ma non ci sono riuscita. Sono invece andata con loro ad Amburgo, Berlino (ovvimente) e Graz. Era la prima volta che “andavo in tour”, che era anche una delle cose che avrei voluto fare nel 2013, quindi yeah.


Jacco Gardner – Cabinet of Curiosites
La prima volta che ho visto Jacco Gardner ero ad Amburgo e il concerto si teneva in un vecchio cinema, quindi si stava seduti. Era mezzanotte passata ed io ero stanchissima. Quindi, dopo le prime due o tre canzoni, mi sono addormentata.
Addormentarsi ai concerti è una cosa che capita di rado. A me è capitato solo un’altra volta, al concerto degli Swans. Sì, degli Swans. Quando ci si addormenta ai concerti si usa il suono come un cuscino ed è veramente strano. Il ricordo, o il sogno, di questo concerto era comunque molto bello, quindi ho recuperato e ascoltato questo album nuovamente e quando è passato per Berlino sono tornata a sentirlo e questa volta mi sono piazzata davanti alla sua faccia sbarba da dodicenne, per non correre rischi. A chi mi ha chiesto dove andavo quella sera ho risposto: “Al concerto di Syd Barrett” e la cosa era abbastanza simile alla verità.
Unknown Mortal Orchestra – II
Nel 2004 (dieci anni fa, urca!) passai 4 o 5 giorni a Zoppé, un paesino piccolo piccolo sulle montagne vicino a Belluno (credo). In quei giorni, sostanzialmente, io e i miei compagni di avventure non abbiamo sostanzialmente ascoltato un sacco di musica.
La prima volta che ho ascoltato questo disco ho pensato “Cavoli, sarebbe stato bellissimo avercelo a Zoppé”. Perché, come spiegavo su Soft Revolution, questo disco sembra sospeso nello spazio e nel tempo, proprio come erano quei giorni.
“Swim and Sleep” è una di quelle canzoni che non ti si levano più dalla testa, peccato che ci sia solo una canzone così in tutto l’album.
Yo La Tengo – Fade
Vabbè, sì, che novità: si sapeva che l’avrei amato.

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Il tradizionale classificone di fine anno
Scritto da verdeanita il gennaio 4th, 2013 | 4 comments

Sono 11 perché non sapevo quale togliere. E sono in ordine alfabetico. Los geht’s:

Alt-J – An Awesome Wave
Ho dovuto aspettare la spintarella di Michele per ascoltare per bene questo disco. Ne parlo un altro po’ qui. L’ho ascoltato all’aeroporto di Belgrado prima di tornare a Berlino e mi sono fatta un piantino.

Drink to me – S
Ascoltati solo nel momento in cui ho dovuto scrivere la biografia per il sito di Interzona. E fu amore.

Dirty Projectors – Swing Lo Magellan
Robe che ti lasciano senza fiato al primo ascolto.

Fake-P – The True Fake
Il mix posticcio di questo disco è sul mio iPod da quel lontano giorno del 2009 quando venni bocciata ad un esame e scappai la sera stessa a Roma a vedere l’unica data italiana dei Dirty Projectors. Quest’anno è finalmente uscito in versione definitiva e io sinceramente non pensavo che un album che conoscevo già benissimo potesse emozionarmi così. Si scarica qui.

First Aid Kit – The Lion’s Roar
Il mio vecchio coinquilino Jan lavorava per un agenzia di booking e non sapeva una mazza di musica. Un giorno pero, per qualche misterioso motivo, sentii questo disco provenire dalla sua stanza. E lo trovai molto, molto grazioso.

Grimes – Visions
Raramente dei video lasciano emozioni così forti come quelli di Grimes. E’ così che mi sono innamorata di lei. Ho tenuto da parte questo disco per Belgrado, perché secondo me si sposava bene all’immagine di quella città che avevo costruito nella mia testa. A Belgrado l’adorano tutti, quindi è stata un’ottima scelta.

Grizzly Bear – Shields
Il giorno che uscì io e Milica ce lo ascoltammo in ufficio qualcosa come cinque volte di seguito.

Kriške – Kriške
Uno degli incontri più belli a Belgrado. Mi ha fatto adorare un edificio, una lingua, una scena. Concerti fighissimi e un disco che adoro.
Si scarica sul sito dell’Exit Music..


Repetitor – Dobrodošli Na Okean
Sì, si vede che sono stata a Belgrado. Di questo disco ho parlato più ampiamente su Indie for Bunnies e direi che è tutto lì dentro.
Si ascolta sul Bandcamp della loro etichetta..


Wave Pictures – Long Black Cars
Avete fatto questo 2012 un po’ più 2008. E il vostro concerto l’ho aspettato tanto ed è durato troppo poco solo perché ci siamo trattenuti al banchetto del currywurst a parlare di cibo caccoso.


Yeasayer – Fragrant World
Tamarri con gusto. Un altro disco ascoltato tantissimo a Belgrado, tornando a casa di notte dopo aver ballato sulle splav.

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