Bewegung
Scritto da verdeanita il novembre 18th, 2011 | 1 comment

L’album su Facebook relativo ai miei ultimi spostamenti l’ho chiamato “Bewegung” che in tedesco vuol dire “movimento”. Perchè è di questo che si tratta, quando si viaggia, no? Non è stata solo la prima volta che mi sono spostata al di là dell’oceano ma anche una serie di aerei e giri in macchina che mi hanno portata da persone a cui voglio bene e con cui non ho la fortuna di condividere uno spazio gestibile.

Venerdì non avevo voglia di fare lo zaino. Lo facevo a rate. Mi spostavo dalla cucina all’armadio, dalla camera di Jan (dove c’era la solita baldoria e la solita birra) alla mia, senza venirne a capo. E venne mezzanotte e poi l’una e poi la Giulia che mi chiama e allora andiamo a consolarla all’ingresso e poi le due e allora faccio il dritto e poi le tre e allora magari dormo e poi le sei ed è ora di andare in aeroporto. E fu così che partii per il mio viaggio più lungo di sempre con lo zaino più leggero mai avuto.

Sabato mattina in aeroporto c’erano mio fratello e il Campa. Io ero stanchissima ma logorroica nonostante tutto. Seguì il pranzo con la famiglia, un taglio di capelli e una dormita di un paio d’ora. Alle cinque ero a Interzona ad attendere gli A Classic Education. Il concerto l’avevo già visto un paio di settimane prima a Berlino, così ho potuto concentrarmi sul gratificante tesseramento dei nuovi soci. Dopo il concerto io e il Campa abbiamo messo tutti i dischi che volevamo e tutti hanno ballato. Abbiamo messo delle cose incredibili e alla fine ho messo dei pezzi imballabili perchè stavo crollando e volevo solo andare a casa.

Domenica, dopo un pranzo con la famiglia, io, mio fratello e il Campa siamo partiti in direzione Ferrara, dove mi attendeva Merih. Abbiamo passato la serata a bere vino in tutti i posti dove mi sono sbronzata nel corso del 2009 e lei ha piegato innumerevoli origami di carta. C’era troppo buio e non sono riuscita a fare foto, ma credo la ricorderò come una delle serate più oniriche della mia vita. Però ho scoperto che hanno ripitturato la porta del bagno di Zuni dove nel 2008 scrissi “Unfair” con un pennarello verde.

Il lunedì è stato principalmente occupato dal packing per New York. Alle 18 io e Paolo, vestiti da vampiri, siamo andati ad Interzona, dove siamo rimasti fino alle due circa. Alle due e mezza eravamo a casa e ci siamo ripuliti del nostro pallore. Nostra madre era già agitata e ci siamo immediatamente diretti in aeroporto, con tipo 2 ore di anticipo sul nostro volo. Ore in cui ho cercato di dormire, senza troppo successo. Sul volo le cose sono andata meglio e sono riuscita ad arrivare nella Grande Mela senza complicazioni dovute al jet lag. Non ero semplicemente troppo stanca o troppo sveglia. Ero più che altro in una specie di limbo tra l’essere attiva e il crollare a terra morta.

Era un momento sospeso nel tempo, non era sera ma ero stanca, non era buio ma era notte. Non lo so. Era martedì, però. E di questo, almeno, siamo sicuri. Era martedì e, pur trovandomi in questo stato confuso al di fuori del tempo, sono arrivata puntuale al mio appuntamento tra la 24esima strada e Lexington Avenue, mi sono messa a salutare, abbracciare e baciare una persona che non avevo mai visto (con sommo stupore di mio fratello – “Ma, vi conoscete?”) e poi sono andata a vedere il mio quarto concerto dei Battles del 2011, perchè avevo deciso che sarebbe stato l’anno dei Battles e così infatti è stato.

Della settimana a New York ci sono molte altre cose da raccontare, ma la cosa più bella è stato tutto il movimento che mi ha portata lì.

Nella prima foto: l’uccello di carta di Merih che guarda verso Hoboken, in New Jersey. Nella seconda foto: Merih con me al Korova Milk Bar di Ferrara

Oggi invece sono tornata a Verona per un paio di concerti a Interzona. Stasera Shigeto e domani, serata a cui tengo particolarmente, Saroos da Berlino. In apertura Quakers and Mormons e a seguire i miei dischi (e quelli del Campa)

Categories: berlin, bewegung |

One Comment

  1. Van ha detto:

    Tre ore anita, Tre ore di anticipo.
    Ah, e siamo nel 2011, ecco…

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