I posti di Budapest che mi hai fatto vedere
Scritto da verdeanita il dicembre 20th, 2013 | 1 comment

A Budapest, nell’ottobre del 2012, comprai un quaderno di carta con delle mongolfiere sulla copertina. Mi ricordava la copertina di “In the aeroplane over the sea” e lo comprai anche se sapevo che non l’avrei mai usato, perché io scrivo solo sui quaderni rigidi a 3 euro che si comprano da Karstadt. Lo comprai per regalarlo e tra pochi giorni lo regalerò ad una persona che nel 2012 non conoscevo. Quindi è giunto il momento di postare questo vecchio post du Budapest. Grazie a Giovanni per il momento più 2008 del 2012.

Ti ricordi di quella volta che mi hai portata in giro per tutta Budapest e il giorno dopo ero stanchissima ma non avevo ancora visto il Danubio e allora invece di riposarci abbiamo fatto meranda sul balcone del nostro ostello con dei crostini alla pancetta e un orribile energy drink al limone per ripartire subito?
Eri stato a Belgrado pochi giorni prima e io ti avevo portato nel mio posto preferito, lassù, dove si vede tutta la città. E faceva ancora abbastanza caldo da poter stare fuori, sul tetto.
“Qual’è la prossima tappa?” – ti avevo chiesto. “Timisoara e poi Budapest. Anzi, perché non vieni anche tu? Ti faccio vedere un paio di posti…”
L’idea era anitosa e allettante. Pensavo che però non potevo farlo, che avevo i miei in visita, che i weekend che mi rimanevano a Belgrado si contavano sulle dita di una mano, e poi in fondo neanche ti conoscevo.
So che ti avevo conosciuto nel 2008, che ti vedevo a Zuni. Tu ti ricordi un momento preciso, io no.
Ferrara era un periodo, una cosa confusa. Ero perennemente sbronza, avevo perennemente perso l’ultimo treno, ero perennemente persa. Andavo a Ferrara per ritrovarmi.

Pochi giorni dopo ero su un treno, sapendo che il viaggio sarebbe durato otto ore.
Novi Sad, poi Subotica (e io avrei tanto voluto scendere a vederla), il controllo dei passaporti sul treno, e poi, infine, Budapest.
La stazione è stupenda e io penso che è ottobre e sono in un posto inaspettato e tutto è un po’ a caso ed era da tempo che non facevo cose così a caso.
Nell’ostello il tizio alla reception ha una maglietta dei Dinosaur Jr. e la tizia che si prepara da mangiare in cucina ha i capelli blu.
Ti racconto che a Belgrado, per la prima volta, ho cominciato a sentire la mancanza delle persone. E che la cosa mi piace.

A Budapest comprai anche un piccolo regalino a Michele e Merih perché nel negozio mandavano gli Yo La Tengo, Tom Courtenay. Ed era proprio grazie agli Yo La Tengo che io e Michele avevamo conosciuto Merih. E in quel momento mi mancavano. E così decisi di comprare tre spillette, una per ciascuno.
La storia era talmente carina che dovetti per forza raccontarla al commesso carino che me le stava vendendo. E lui si illuminò ai miei racconti pallosi e così 2006 e mi chiese subito il contatto su LastFm, che è una cosa molto 2006 per esser stata fatta nel 2012, e poi parlammo dei Pavement e dei Modest Mouse.
Uscita dal negozio avevo le gambe di burro perché lui era veramente carino.
Avevo un pizzicore allo stomaco come ai concerti migliori della mia vita, come quando mi innamoravo dei momenti, delle sensazioni.

Ti ricordi quella volta che ti ho detto che avevo sognato che andavamo finalmente a sentire gli Yo La Tengo insieme e che ti stringevo la mano e poi cominciavano con Tom Courtenay e io mi mettevo a piangere, e poi siamo effettivamente andati a sentire gli Yo La Tengo insieme e hanno cominciato proprio con Tom Courtenay?


(foto fatte a Budapest nel’ottobre del 2012, testo scopiazzato dal diario che tenevo a Belgrado)

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Un appartamento vuoto, pieno di cose.
Scritto da verdeanita il dicembre 16th, 2013 | Leave a comment

“C’è un appartamento pieno di cose. E un momento dopo l’appartamento è pieno delle stesse cose, ma improvvisamente è diverso.”
Questo mese c’è un mio raccontino su Plenum. Parla di cosa è successo all’appartamento di fianco al mio in un momento imprecisato dell’estate scorsa.
Qui trovate un po’ di link a cose che ho scritto altrove.

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Le canzoni di Novembre
Scritto da verdeanita il dicembre 5th, 2013 | Leave a comment


Avevo detto che avrei provato a comprare almeno un disco al mese, e ho fallito. Mi ero detta che avrei sicuramente trovato il tempo di scrivere parole copiose a proposito del viaggione che ho fatto ad ottobre. Continuo a ripetermi che finirò quelle duecentocinquanta idee per articoli su Soft Revolution e che scriverò tutto quello che voglio scrivere. Invece, gli unici momenti in cui mi viene voglia di scrivere sono quando sono ai concerti, e tiro fuori il taccuino e mi siedo per terra (al concerto di Jacco Gardner lo stava facendo anche il tizio di fianco a me, ed era strano).

Dopo l’estate è arrivato l’autunno e in autunno sono successe tante cose. E io ho anche ascoltato tante canzoni e almeno quelle voglio postarle qui. (Non c’è tanta roba nuova, per quella dovrete aspettare la classifica di fine anno, sempre che io riesca a scrivere almeno quella)

– Clean the air, Jacco Gardner (La prima volta che ho visto Jacco Gardner ero in un cinema di Amburgo e mi sono addormentata. La seconda mi sono pianatata a venti centimetri dalla sua faccia e mi sono goduta il concerto come si deve)
– Walking throught that door – Future Island
– Silent Song, Daniel Rossen
– Basement , Real Estate (Credo di non aver mai sentito una cazone che suona così tanto come gli Yo La Tengo scritta da qualcun altro)
– Back to the middle, Deerhunter
– Cruise Ship, Gardens & Villa
– Harps, The Sea and Cake
– Swept Inside, Future Island (Ma come, ancora? Eh, è che questo disco mi è piaciuto tantissimo)
– Thankful, Caveman
– Ffunny Ffriends, Unknow Mortal Orchestra
– Pair of Wings, Frankie Rose (In una manciata di metri quadri a Borča, nella periferia di Belgrado, ho passato alcune delle mie ore migliori degli ultimi anni e ho fatto un sacco di scoperte musicali gradevoli)
– Crazy, Neu! (Perché la Cruccolandia si fa sentire)
– Moonstuck, The Magaphonic Thrift (Visti per caso in un vecchio cinema degli anni 30 nella periferia di Berlino, pensavo fossero autoctoni, invece erano norvegesi e non li rivedrò mai più)
– Going Home, Aloa Input (Quei dischi che scopri e immediatamente consumi. Garantisce Morr Music)
– San Francisco, Foxygen (Che è in fondo perché è identica alla prima canzone)
– Casimir Pulaski Day, Sufjan Stevens (Che in realtà doveva andare all’inizio, ma poi aveva una coda eterna e allora è finita in fondo)

Lunedì però faccio un concerto. A Berlino. Con un gruppo di Belgrado.

(Nella foto: un sacco di foglie al parco Tašmajdan, a Belgrado, questo ottobre)

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