Scritto da verdeanita il dicembre 31st, 2010 | 3 comments

Questi sono i dieci dischi che mi ricorderanno il 2010, che in futuro spero di ricordare come “l’anno in cui ascoltai meno musica di tutta la mia vita”, questo perché il buon proposito per il duemilaeundici è di ascoltarne almeno il triplo ed essere sempre sul pezzo e onnisciente, e questo non per essere cool, tutt’altro: questo per diventare una mortale spacca balle con Il Presidente e portare finalmente qualcuno dei miei amati nella noiosa Veronda, all’interno della sempre amabile Interzona. Visto che la mia classifica è scarsissima, per mantenere almeno un minimo di onestà intellettuale, metto tutto in ordine alfabetico e non ci penso più.

Arcade Fire – The Suburbs
Un po’ mi odio per non essere mai andata ad un loro concerto, quando hanno suonato a Bologna ero troppo pigra per aggiungere anche quella tappa al mio tour italico, quando erano a Berlino io non avevo voglia di andarci da sola. Fatto sta che dopo due dischi bellissimi hanno fatto anche un terzo disco molto bello, il che vuol dire che resteranno in giro ancora per molto tempo e riuscirò finalmente a vederli dal vivo.

Lali Puna – Our Invention
Mi ricorderà il 2010 non solo perché era un bel disco ma anche perché casualmente mi sono ritrovata più di una volta sotto il loro palco. D’altra parte mi sono trasferita a Berlino… Della seconda volta però non ricordo quasi nulla. Smaltivo vino rosso italico del Lidl.

LCD Soundsystem – This is happening
Il disco che ho consumato mentre pedalavo in giro per Berlino, imparando a conoscerla. Pedalavo, ascoltavo e mentalmente ballavo. Mentalmente ballavo e pensavo: quando finalmente farà caldo potrò ballarlo a qualche party sopra i tetti. Non ha mai fatto così caldo.

Local Natives – Gorilla Manor
Anche se non si capisce bene quando questo disco è uscito. Ma sì, dovrebbe essere uscito nel 2010. Ci sarebbe stato comunque bene nel 2009, in mezzo ai Grizzly Bear e ai Dirty Projectors e a quegli altri che ancora non mi piacciono. Mi ricorderà maggio, quando salivo sulla metro e premevo play.

Los Campesinos! – Romance is Boring
E’ uscito all’inizio dell’anno e quasi stavo per dimenticarlo. Io a loro voglio tanto ma tanto bene e con questo disco mi hanno fatto ancora divertire e un po’ lacerare.


National – High Violet
A differenza dei loro precedenti dischi, questo mi è entrato dentro più lentamente, ma poiché mi fa comunque sciogliere il cuore, mi rimarrà sempre appiccicato addosso.

Shout out Louds – Work
Hanno forse tolto un po’ tutto, in questo disco. Sono semplicemente rimasti nella loro essenza pop e suona tutto morbido, omogeneo e, appunto, perfettamente pop. Peccato che al concerto non sapessi chi portarci e da sola è stato un po’ triste perché non potevo ballare con nessuno.

Surfer Blood – Astro Coast
Uno dei primi dischi dell’anno, nonchè uno degli ultimi che ho messo a Interzona. Ed anche il disco sciuu numero uno.

Wavves – King of the Beach
Disco sciuu numero due. Non mi soffermo troppo sul personaggio. Il disco fa sciuu e fa ballare. Questo basta.

Wild Nothing – Gemini
Disco sciuu numero tre. L’ho scoperto quando Berlino era tutta bianca, e ci stava proprio bene. Certe cose avrei voluto metterle a Interzona e spero di farlo in futuro. Inoltre, quanto è bella la copertina?

Concerti
Il sottogruppo dei Joan of Arc al Bang Bang Club che ha fatto cover di Wavves
I National alla Route du Rock, che freddo che faceva e come mi hanno spezzato il cuore.
Jonsì, in un bellissimo posto a Vienna. Mi aspettavo una schifezza ed è stato bellissimo.
Ma soprattutto i My Awesome Mixtape a Neustrelitz per l’Immergut Festival e mi dispiace che non c’era nessuno perché non saprò mai spiegarvi quanto incredibile è stato.

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dell’essere saturi.
Scritto da verdeanita il novembre 24th, 2010 | 11 comments

Ho sempre in mente una frase di Vasco Brondi che dice che Ferrara sembra il salotto di casa sua.
Pochi giorni fa l'incrocio tra Eberswalder Strasse, Danzinger Strasse e Kastanienallee, che quel giorno d'inverno che ero a Berlino per la prima volta mi era sembrato così immenso, mi era sembrato esattamente come Piazza Trento Trieste e via S. Romano.

Il programma dello scorso weekend doveva essere "i miei gruppi preferiti nel giro di tre giorni" e invece non era stato così e avevo dovuto riprogrammare tutto.
La prima sera avevo trascinato la Bongio e lei sembrava apprezzare più di me, mentre io tra un po' cascavo dal sonno.
L’ultima sera ero un po’ arrabbiata perché c’erano le sedie e dopo di loro aveva suonato un gruppo particolarmente noioso e io me n’ero andata alla quarta canzone. Loro avevano fatto “Detouring America with Horns” e un paio di canzoni da Painful e a me andava molto bene così.
Il fatto è che ho finalmente capito cosa c’è di diverso qui, o meglio, cosa questo comporti su di me.
A Verona, e in misura appena diversa a Bologna, non succedeva mai niente e le cose bisognava farle accadere.
Io facevo accadere che andavo ai concerti e adoravo aspettarli uno ad uno e poi andarci, ed era bellissimo, emozionante e catartico. E poi tornavo ad aspettare quello successivo e anche le cose che vi accadevano intorno.
Ma ero io che facevo accadere le cose. Qui invece le cose accadono anche se tu non fai niente e di questo non ho nulla da lamentarmi, è solo che sono stanca, soprattutto perché non ho mai tempo di pensare ai cambiamenti.
E sembra brutto dire che non ho più bisogno di andare ai concerti, ma mi sembra di essere satura di tante altre cose e non riuscire più a viverli bene.

Sabato, prima di andare alla festa della Bongio, dove avrei cercato di farmi degli amici aprendo le bottiglie di birra con i denti e avrei detto a Florian che non era un problema se dopo la mia festa aveva sporcato il divano, perché io avevo ancora la mia bici nel suo cortile e la mia bici è molto più grande dei suoi spermatozoi, ero andata con la Giulia a lavare i nostri vestiti a Rosenthaler Platz, in una lavanderia automatica con la tappezzeria e il bar con le poltrone.
Faceva molto Gilmore Girl. C’era una vetrina che dava sulla strada e lei si era portata da lavorare a maglia.
La domenica, nonostante l’hang-over, ero andata a MauerPark perché c’era il sole e poi a fare una passeggiata sul canale, perché qui il sole comincia a tramontare alle quattro ed era un peccato sprecarlo.
Qui le giornate di sole sono un po’ l’equivalente dei concerti.
5174341879_f8288bf998_b“Qui tutti fanno sempre le stesse cose”
“Bè, anche noi facevamo sempre le stesse cose”
“No, noi andavamo sempre negli stessi luoghi. Ma io le cose che dicevo con te me le ricordo” 

ps. la foto è di Michel, ma in realtà volevo dirvi che visto che non scrivo più tanto qui, mi farebbe piacere avere dei commenti anche solo come "ciao", giusto per farmi capire se ho cominciato a parlare da sola o no.

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Di come feci pace con BVG e altre storie
Scritto da verdeanita il ottobre 3rd, 2010 | 2 comments

Dunque, mi si forò per la seconda volta la ruota della bicicletta. Andai in cerca di una nuova ruota a Mauer Park, con il fidato e ormai ex-coinquilino Richard, ma fallimmo miseramente.
Fu così che, anche in previsione di un ottobre-vivo-da-amici-un-po’-qui-un-po’-là, feci pace con BVG (che si pronuncia befaughe) e comprai un costosissimo abbonamento mensile per euro settantadue.
BVG è severa ma onesta. Non ti lascia mai sola, neanche alle tre del mattino di un martedì qualunque. I controllori sono stronzi, ma poi sono corretti e se la multa è un po’ ingiusta te la fanno pagare solo sei euro. Pare inoltre che abbiano approntato un sistema di "ti ho visto sulla U-Bahn, restiamo in contatto". Perché sulla U-Bahn si fa anche amicizia. Tipo, il costosissimo biglietto da euro settantadue ti permette di portare qualcuno tra le otto di sera e le tre del mattino e sempre nei fine settimana. E l’altro giorno ho accompagnato un tipo a casa, lui preoccupatissimo senza biglietto e io stracarica di roba, wegen il trasloco, tra cui una bottiglia di Montenegro.
Fino al ritorno di Miss Tombari la mia casa sarà Kreuzberg.
Oggi ho anche salutato Tobi, che oggi, anniversario della riunificazione tedesca, si è trasferito ad Ovest, nella bruttissima Bielefeld, a trenta minuti dalla minuscola Detmold.
Io, invece, ho trovato un tirocinio non pagato alla Camera di Commercio, nonché un nuovo lavoro come babysitter, dopo un colloquio con una simpatica decenne.
Ora aspetto Mr. Rasi e ce ne andremo a vedere la mostro del mio amico Yuki che espone con Blu. Sì, quel Blu che ha dipinto tutte quelle cose fighissime.

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