Il grande amplificatore Marshall e l’asta storta del charleston
Scritto da verdeanita il settembre 28th, 2007 | 4 comments

Sto cercando di capire cosa mi piaccia di più: fare concerti, organizzarli o andarci.
Ma credo che “Organizzali” stia sopra tutti (anche perchè spesso permette di fare le altre due cose). La mia casetta in campagna ogni tanto diventa Woodstock.
Mi piacciono le scritte Marshall o Pearl. E ogni volta queste scritte si moltiplicano e sono applicate su amplificatori sempre più grandi, o sulla mia batteria (mia, mia, mia).
Mi piace immensamente chiedere ai gruppi di suonare, disegnare il volantino, invitare la gente e poi dire ai Musicanti: “Venite alle sei per il sound chek”. [Quanto bello è dire “Sound Check”?]
E vedere gli amplificatori che si spargono per il prato con le casse, il mixer e i cavi.
E la casetta di legno che si riempie di bassi, chitarre, tromboni e flauti traverso.
E abbandonare il mio Crash/Ride in crisi di identità in cucina, per sostituirlo con dei veri Crash e dei veri Ride.
E la sera che cala e le lucine sfigate sparse per il campo che si accendono.
E poi la gente che arriva, che è sempre tanta, sempre diversa.
E infine la musica che si espande per tutta la valle.
Sabato, per primi, hanno suonato i Camera Stilo. C’era ancora poca gente e io per un po’ mi sono occupata di persone che arrivavano e di casse di birra. Però “Brick is Red” me la sono ascoltata con gusto.
Poi hanno suonato i Jokers e come al solito non mi hanno deluso. Mi hanno commosso. “Cross-eyed Mary” vorrei sottolineare.
Mi aggiravo per il pubblico in estasi, in preda alla mia consueta ansia da prestazione. “Come sono?” “Come va?” “Ti diverti?”. E le risposte erano sempre positive.
I Jokers sono bellissimi. Faranno impazzire le ginnasiali. Dovrebbero farle impazziere. Ma di ginnasiali rockettare ne sono rimaste poche. Io, in ogni caso, sarei impazzita.
E probabilmente, sono impazzita.
Dopo i Jokers, gli Elicotrema, il gruppo “serio” (ed è già il secondo gruppo serio che suona a casa mia). Bravi anche loro. Non ho seguito la loro esibizione con grande attenzione perchè ero finita nella trappola alcolica da loro tesa, ma mi sono piaciuti più delle altre volte, e ho sentito commenti positivi anche da chi generalmente non apprezza quel tipo di musica.
La cosa estremamente goduriosa di questa festa è stata che il chitarrista degli Elicotrema, nonchè mio capo scout, ad una certa ora (le tre e mezzo di mattina) è stato da me costretto ad accompagnarmi a casa. Ho quindi lasciato ai Musicanti il compito di riportare la mia casa ad un livello socialmente accettato di decenza.
Da questa festa ho inoltre imparato che i trentenni non sono molto diversi dai sedicenni: anche loro non riescono a comprendere la funzione di un cestino, anche loro non riescono ad aprire una lattina senza aver finito quella che stavano bevendo prima, anche loro non riescono a stabilire un livello di alcol tale da renderti barcollante ma non vomitante, anche loro ad una certa ora cominciano a ballare in mezzo alla gente che suona, ma loro in più non riescono neanche a reggersi in piedi, così da precipitare addosso alla mia adorata Pearl.
Ho un charleston storto.
Ma nonostante questo è stata una bella serata. Non ci riesco ad arrabbiarmi e a dire “basta stronzi, ora niente più concerti”. Mi sono troppo divertita. E poi sono cose che metto in conto. L’ultima volta ci avevo rimesso un paio di bacchette, quella prima un tavolo e quella prima un paio di sedie. Ma cosa mi importa?
Forse ho veramente trovato una cosa che mi piace fare?

“Detouring America With Horns” – Yo La Tengo
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L’angoscia dell’inafferrabile
Scritto da verdeanita il agosto 26th, 2007 | 4 comments

Ovvero: di come Anita decise di cominciare a fumare.
Del campo di reparto mi manca, tra le altre cose, il Lollo che entra in cambusa dopo i pasti, per fumarsi una sigaretta, lontano dai suoi squadriglieri più giovani.
Mi infastidivano i mozziconi lasciati per terra, sul pavimento di erba bruciata della cambusa, in attesa di essere raccolti alla fine del campo.
A giorni alterni cercavo di raccoglierne il più possibile, per buttarli nel castino "Sgauie varie" (spazzatura), imprecando contro i fumatori in generale, e cercando di convincere quelli presenti a smettere.
"Non ho mai cominciato a fumare perchè, oltre a far male, le sigarette sono uno spreco notevole di soldi".
"Pensa" dicevo a tutti "rinunciando a due o tre pacchetti di sigarette potresti comprarti un bel cd, che non fa male, dura di più e fa bene allo spirito".
Generalmente i ragazzi del reparto mi rispondevano che se avevano voglia di musica potevano scaricarsela a scrocco e che quindi il problema non si poneva. Per sostenere la mia tesi avrei dovuto addentrarmi, a quel punto, in una discussione indie-snob riguardante la bellezza del vinile e il senso del Cd e dell’album intero che sarebbe risultata troppo lunga e stressante.
Il mio cervello smetteva quindi di rifletterci e pensava ad altre cose (a mettere su la moka del caffè, a scacciare le api, a indurre la api a suicidarsi dentro un vasetto di marmellata, a cuocere il pane per la nutella e a trovare il giusto dosaggio di caffè, latte e zucchero tale da evitare l’abbiocco post-pasto e di compromettere il mio cuore tachicardico).
Prima di partire lo sapevo che il campo di reparto avrebbe avuto effetti musicalmente devastanti e destabilizzanti su di me.
Io non amo i cantautori italiani, ma al campo scout li canto con passione.
I Guns’n’Roses mi stanno antipatici, ma ho cantato anche quelli.
Strairway to heaven l’avevo chiusa nel dimenticatoio, ma al campo ho chiesto spesso al mio angioletto Evry di suonarmela.
Io odio isolarmi, ma nei momenti di nostalgia acidopastellica mi sono messa in mezzo al prato a grattare le corde della mia chitarra mancina, suonando canzoni sconosciute ai presenti.
Poi sono tornata a casa, e mi sono trovata indecise tra l’accendere il pc e aprire iTunes, l’infilare un cd nell’hi-fi o il posare un vinile sul piatto.
Ero famelica. Avrei voluto mangiare tutti i miei dischi. Ingoiarli tutti in una volta per averceli dentro una volta per tutte.
E mi sono guardata intorno, cercando di scegliere. E ogni volta che ero sul punto di farlo pensavo agli effetti che quella musica avrebbe avuto su di me e rimettevo il disco al suo posto.
Alcuni dischi mi fanno troppo male.
 I miei dischi preferiti non li ascolto mai perche mi fanno troppo male.
C’è troppa vita in quei pezzi di plastica.
E la nostalgia mi divora. E ascoltare musica mi rende nostalgica. Ascoltare musica mi divora.
Mi sono detta: sei sicura che coprare questi dischi ti abbia fatto meno male che fumare un pacchetto di sigarette?
Sono fuggita dalla dipendenza del tabacco e mi ritrovo dipendente dalla musica. Ho evitato il catrame nei polmoni e ho il cuore pieno di malinconia.
Credo che da stasera comincerò a fumare. Ma forse il danno è troppo profondo.

Ascolto le luci della centrale elettrica
 
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Ordine di idee
Scritto da verdeanita il agosto 9th, 2007 | 3 comments

(cucinando i biscotti indie ascoltando Nick Cave)
Domani parto per il campo scout e oltre allo zaino porterò via la chitarra seria con la custodia bella (non che la chitarra sia seria, ma viene da me chiamata così per distinguerla dalla chitarra scrausa, che rimarrà a casa, nel mio armadio, dentro la custodia sfigata).
L’altro giorno ci ho girato le corde. Ora è una vera chitarra mancina. Come quella di Jimi Hendrix, anche se non è una fender stratocaster, ma una amabile chitarra classica usata.
Così il mio amico Matte mi ha chiesto: suoni anche la chitarra adesso? Bè, ho risposto, no, non la suono. Ho solo girato le corde perchè così com’era non potevo suonarla e nell’armadio si sarà sentita sola. Allora ho girato le corde, e me la porto via. E gli scout suonano un sacco la chitarra, quindi rischio anche di imparare qualcosa. Poi imparerò solo Tra boschi e prati, o al massimo Rimmel, però è già qualcosa. Anzi, i ragazzi del reparto ascoltano i Guns’n’Roses. Vedrai che imparerò qualcosa dei Guns. Comunque ho infilato tre canzoni degli Yo La tengo dentro la custodia. Comunque no, non suono la chitarra. Non ancora almeno.
E Matte mi dice che però tra il sì e il no sono più verso il sì, suono la chitarra. E io ho detto, bo, in realtà sì. Però io non suono la chitarra. Io suono la batteria.
Che poi in realtà, si può dire che io la suoni realmente? Alla fine tengo sempre lo stesso ritmo idiota, mi blocco in media una volta per canzone, non ho indipendenza e non ho fantasia (in realtà le ultime due cose sono strettamente collegate, perchè se avessi indipendenza riuscirei ad inventarmi qualcosa di nuovo…).
Però è anche vero che ho cominciato a suonare sei mesi fa, e ho fatto solo quattro mesi e mezzo di lezione, e in questi mesi non ho mai riprovato gli esercizi su una batteria, e la mia Pearl è nella sala prove da un mese, ma in questo mese io sono anche stata in vacanza, quindi non ho provato tanto.
E poi le prove vanno sempre bene (a parte quella volta che Michele ci ha proposto gli Shins ed è venuta fuori una merda, ma in fondo era la seconda volta che ci trovavamo e io suonavo la batteria da un mese), e abbiamo fatto una canzone e abbiamo già suonato due volte… va bè, una delle due volte era a casa mia, però ‘sti cazzi, alla fine a casa mia si fanno dei concerti fighi, e ci hanno suonato anche gli Ancher che hanno suonato anche ad Ar(t)senale. Anzi, hanno suonato meglio a casa mia che all’Ar(t)senale.
In realtà, io suono la batteria perchè mi sono messa nell’ordine di idee che "suono la batteria" ("io sono una batterista", "io suono la batteria in un gruppo", "io ho un gruppo", "io ho un chitarrista e un bassista").
Non suono la chitarra perchè non sono una chitarrista. Sono una batterista.
Basta solo questo?
Non lo so.
Mi vengono in mente altre cose. Io non ho mai cantato in vita mia. E quella volta che abbiamo provato "Today is the day" e ho detto: ok, ci provo, però qualcuno suona la batteria al posto mio che sennò non sarò mai in grado", poi abbiamo fatto così, ma è venuta una schifezza.
Invece quella volta che ho detto "Stavolta canto e suono. E ce la faccio", è venuta abbastanza bene (dal mio punto di vista è venuta molto bene, anche perchè mi sono divertita il doppio).
Alle ultime prove Michele e Giulio hanno imbastito il nostro secondo pezzo, ho detto "Scrivo io il testo. E ce la faccio. Se no in questo gruppo non faccio mai nulla".
E adesso qualcuno mi dovrebbe registrare in maniera molto lo-fi questo brano, e io dovrei porvare a inventarmici sopra qualcosa. E ci proverò. E se mi metto nell’ordine di idee di fare questa cosa, la farò.
E poi bo, potrei mettermi nell’ordine di idee di fare tante altre cose. E farle con la consapevolezza di riuscire a farle. Potrei fare la patente e l’esame di Diritto.
Io e Michele poi ci siamo messi nell’ordine di idee che se ci convinciamo che gli Yo La Tengo faranno un concerto in Italia, poi loro lo faranno veramente.
Abbiamo già deciso che sarà a Bologna, il giorno del mio compleanno, il 10 novembre (che cade di sabato). Abbiamo già cominciato ad invitare la gente.
Anche questo è mettersi nell’ordine di idee?
Ma tutto questo (non la storia del concerto, che è una mezza cazzata, anzi, no, anche la cosa del concerto che è una cosa seria, perchè mi devo convincere di questo e quel concerto ci sarà) serve alla fine?

La canzone degli Acido Pastello è ora scaricabile anche da MySpace, perchè Giulio di è messo nell’ordine di idee di riuscire a caricarla.
E l’ha caricata.

http://www.myspace.com/acidopastello
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